Cosa lega La Destra e il Circolo Poligrafico di Roma?
di Pierfrancesco Demilito
Riuscireste a immaginare Francesco Storace, ex presidente della Regione Lazio e fondatore del partito La Destra, con tanto di parannanza, intento a preparare mojito dietro il bancone di un bar in un locale trendy sul lungotevere? No?
Fate bene, perché fortunatamente non siamo ancora arrivati a questo punto, anche se La Destra ha ugualmente qualcosa da chiarire in merito ad uno dei tanti locali che durante l’estate diventano protagonisti delle serate capitoline. Più precisamente stiamo parlando del Circolo Poligrafico, ma partiamo dal principio.
Questa storia, infatti, inizia lo scorso 29 marzo quando Giuliano Castellino, dirigente nazionale de La Destra, già fondatore del Popolo di Roma, occupa i locali dell’ex dopolavoro dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La pratica dell’occupazione non è una novità per l’attività politica di Castellino, che in passato con il suo movimento si era già “impossessato” di alcuni spazi della Capitale, anche per mettere in piedi quelle che lui chiama “discoteche No-dope”. In occasione dell’occupazione del dopolavoro a Lungotevere Acqua Acetosa, Castellino spiegò a VignaClaraBlog che l’occupazione era stata condotta da un gruppo di militanti de La Destra per trasformarlo in uno spazio sociale da affidare a un gruppo di giovani volenterosi, senza escludere l’affidamento a “persone che possano avere una bandiera diversa dalla nostra, purché abbiano un fine costruttivo e benefico per il sociale“.
Come sia possibile affidare a terzi una struttura occupata ancora non ci è molto chiaro e ancora meno chiaro appare chi alla fine si sia “aggiudicato” quello spazio. Già, perché a qualcuno quello spazio è stato certamente (e chissà a quale titolo) affidato, visto che lo scorso 7 giugno (solo due mesi dopo l’occupazione di Castellino) in quei locali ha aperto il Circolo Poligrafico, che ha inaugurato la stagione con una spumeggiante e partecipatissima serata Moon River. Il Circolo Poligrafico si è affermato in breve tempo sulla scena romana con un’offerta ricca e variegata e al suo interno sono stati organizzati concerti e aperitivi, sfilate di moda e mercatini, oltre a una palestra all’aperto e a una ludoteca mattutina per i bambini. Chi lo gestisca, però, resta un mistero.
Da qualche giorno sui social network circola anche una nota che cerca di fare chiarezza sulla natura del Circolo, ma le risposte non sono ancora arrivate. Mediapolitika ha allora deciso di indagare e qualcosa ha scoperto.
Per prima cosa abbiamo contattato gli uffici stampa che hanno collaborato alla promozione degli eventi organizzati nel Circolo Poligrafico, ma il solo nominare quel luogo generava nei nostri interlocutori gravi vuoti di memoria: nessuno ricordava il cognome di uno dei gestori del locale, nessuno era in possesso di un numero di telefono dei gestori, tutti avevano collaborato con loro solo saltuariamente e, soprattutto, solo in passato. L’unico consiglio che abbiamo ottenuto dagli smemorati colleghi degli uffici stampa è stato quello di recarci di persona sul Lungotevere Acqua Acetosa e di chiedere di incontrare un tale Andrea.
Così abbiamo fatto e, una volta al Circolo, siamo riusciti in effetti a parlare al telefono con il famigerato Andrea. Dopo una chiacchierata stentata (lui ha una certa fretta), al momento di salutarci gli chiediamo, come è naturale, di ripetere il suo nome. Inaspettatamente lui ci ribadisce che si chiama Andrea e si rifiuta di dirci il suo cognome. Seguono altre domande più o meno precise, ma continuiamo ad ottenere risposte vaghe. Torniamo a casa con un pugno di mosche.
In realtà, però, in quei dieci minuti al telefono ad Andrea qualcosa sfugge. Ci dice di aver ottenuto quello spazio a titolo gratuito da Castellino, più volte ribadisce di essere estraneo e distante dal gruppo di destra che ha occupato i locali e ci spiega che gestisce le attività del Circolo Poligrafico, insieme a un gruppo di giovani imprenditori, tramite una srl semplificata, denominata “Arte Virtù Musica”, totalmente apolitica e apartitica.
Da qui, dunque, ripartiamo con la nostra inchiesta e cerchiamo nel registro imprese la srl nominata da Andrea durante la nostra chiacchierata telefonica. “Arte Virtù Musica” è una società con sede a Roma che ha come oggetto sociale, innanzitutto, l’attività di “organizzazione, esercizio e gestione, in proprio e/o per conto di terzi, di locali per l’intrattenimento, club, disco-pub, discoteche”. Tutto sembra corrispondere e quindi ci rechiamo presso la sede legale della società per chiedere se vi siano in effetti eventuali legami tra questa srl e le attività del Circolo Poligrafico. Ma a quell’indirizzo, in una strada secondaria del quartiere Africano, nulla (né una targa, né un nome sul citofono) ci permette di risalire ad “Arte Virtù Musica”. Neanche questa volta riusciamo a parlare ufficialmente con qualcuno.
Torniamo quindi alle scartoffie e scopriamo che l’impresa che dovrebbe gestire il Poligrafico, oltre a risultare inattiva, è stata costituita lo scorso 11 luglio e iscritta al registro imprese solo pochi giorni fa, il 18 luglio, circa un mese e mezzo dopo l’inaugurazione del Circolo e solo tre giorni dopo la pubblicazione in rete della nota diffusa da Cre Aktion.
E questa non è l’unica coincidenza di questa storia. Mediapolitika, infatti, ha scoperto che l’amministratore unico di “Arte Virtù Musica” è Andrea Natoli. Finalmente un Andrea dotato di un cognome. E qui arriva l’altra coincidenza: l’amministratore unico di questa srl è lo stesso Andrea Natoli che solo qualche mese fa, alle amministrative dello scorso 30 maggio, era candidato a consigliere del II Municipio proprio nelle liste de La Destra. Lo stesso partito di Castellino.
Alle domande, ancora senza risposta, lanciate dalla nota di Cre Aktion si aggiungono, dunque, anche quelle del nostro settimanale. Ci aspettiamo che La Destra di Storace spieghi se esistono collegamenti tra il partito e il Circolo Poligrafico. Vorremmo che “Arte Virtù Musica” chiarisca se realmente gestisce le attività del Circolo Poligrafico e, in tal caso, ci piacerebbe anche che Andrea Natoli (qualora sia davvero lui il nostro Andrea senza cognome) ci illustri come può una srl rilevare un luogo occupato senza passare da una assegnazione ufficiale e gestire lì uno dei locali più in voga dell’estate romana.
Come sempre, il nostro settimanale resta a disposizione di tutti i protagonisti della storia. Chiunque volesse chiarire la sua posizione potrà farlo dalle colonne del nostro giornale. La possibilità di farlo prima della pubblicazione di questo articolo, da parte nostra, l’abbiamo offerta nei giorni scorsi, inoltrando ufficiale richiesta di intervista sia a Giuliano Castellino sia ai gestori del Circolo Poligrafico, senza però ricevere risposta. Qualora cambiassero idea, noi siamo qui a disposizione.
sinceramente non capisco questa ricerca di inchiesta, polemica e altro.. cosa interessa alla gente se fosse gestito da personaggi della destra extra parlamentare?! un posto abbandonato che viene occupato e rivalorizzato esponenzialmente in 3 settimane da persone giovani, che sono riuscite a richiamare qualsiasi tipologia di ragazzo con la propria programmazione. chapeau!
poi non voglio dire che non ci debba essere una regolamentazione della proprietà, gestione etc. ma quella dovrà arrivare con certezza alla fine della stagione estiva. per ora i miei complimenti alle persone che con voglia di fare sono riuscite a organizzare una bella cosa a costo praticamente 0 facendo girare soldi e divertire i ragazzi in un paese in crisi, strozzato dalla burocrazia e piena di borbottoni per partito preso
Caro MAH, alla gente interessa eccome se un luogo che si professa come un locale libero in realtà paga dazio a un gruppo politico che si dichiara ostile al diritto di voto ai migranti, è dichiaratamente omofobo, è contrario alle coppie di fatto. Lo dimostra il fatto che in poche ore questa inchiesta (così come un’altra nota che circola su fb) in poche ore è stata condivisa da centinaia di persone. Il pubblico, magari non tutto, vuole sapere se i soldi che spende in tempi di crisi vanno a finire in un posto davvero libero o legato a personaggi come Castellino. Tutto questo è stato tenuto nascosto, ingannando tantissimi artisti e avventori, che se avessero saputo non si sarebbero accostati al Poligrafico? Chapeu! Complimenti vivissimi, davvero… Perché lo staff del poligrafico non risponde? Ha paura dei borbottoni? O teme di fare una pessima figura?
Se la metti così…alla gente interessa sapere anche del LEONCAVALLO SPA a Milano e dei tanti csoa sparsi per l’italia foraggiati da soldi pubblici e diventati locali alla moda per il “progressista bene”.
A questi non diciamo nulla?
Ne vogliamo parlare o censuriamo?
Non mischiamo le cose al semplice scopo di mistificare. Sul sito del leoncavallo c’è, in grande evidenza, la sezione: Leoncavallo > storia. In questa sezione (divisa per periodi) viene ben espressa la natura del luogo, ovvero un’occupazione compiuta da un gruppo di sinistra (chi ci entra è consapevole di sostenere con i soldi spesi in quella serata l’attività di un gruppo di occupanti di sinistra). Con altrettanto evidenza, sul sito del Leoncavallo, trovi la pagina contatti e sono ben indicati il numero di telefono, il fax e la mail. Se ci chiami ti spiegano che quello è un posto occupato etc… etc… Come capirai da solo (la speranza è l’ultima a morire!) non proprio la stessa trasparenza mostrata dal Circolo Poligrafico. Il punto della vicenda è questo: non fa incazzare l’occupazione ma la mistificazione.
Ciao, sto invitando a twittare Marino e Roma Capitale per sapere cosa dicono della storia del Circolo Poligrafico.
@ignaziomarino @romacapitaleTW http://goo.gl/mGZCw Il Sindaco che dice? Il Circolo Poligrafico è un bene demaniale?
Un tweet sarà una goccia nel mare, ma lo faccio perchè penso che sapere cosa ne è dello spazio pubblico e quali speculazioni ci siano dietro sia importante, specialmente durante un periodo di crisi come questo…altro che moratoria, come dicono la Carfagna e Lupi 🙂
greco
Io ritengo che le inchieste abbiano sempre una finalità. Ecco, se posso, da persona estranea alle vicissitudini politiche che da anni con una mano sfamano roma e con l’ altra la sviliscono, vorrei chiedere a coloro con che con l’arma della retorica della verità incondizionata (…spiegatemi il governo Letta-Alfano a sto punto…) insistono sul Circolo Poligrafico, quale finalità c’è dietro le loro inchieste ?!
Il Circolo poligrafico ad oggi ha svolto un’attività di benessere sociale, ma questo perchè non rientra nelle finalità delle vostre ricerche?
Effettivamente ha prodotto da solo (!!!) , senza “arruffianementi” ad alcun partito, lavoro, creatività, coesione sociale, libero scambio di idee; anche questo non interessa alla vostra inchiesta?!
Io ritengo che se il Circolo Poligrafico fosse strumento di un partito, innazitutto non sarebbe riuscito a produrre quell’ effetto che da alcuni è chiamato sarcasticamente”magia” (…!!!) ossia ripristinare un luogo da fatiscente a laboratorio di co-working attraverso professionalità nelle differenti attività artistiche e/o culturali e/o sociali. In secondo luogo un luogo, se davvero creato per essere strumento di propaganda politica ,avrebbe avuto immediatamente una risposta pronta a questi attacchi politici, travestiti da inchiesta “ad ogni costo”, ma così non è perchè quel luogo è fatto da persone non partitiche che hanno come priorità lo sviluppo del sociale, del co working creativo e dello svecchiamento delle regole di intrattenimento romano.
Anche voi giornalisti politicanti, perchè non svecchiate un po’ le vostre inchieste cercando di raccontare una verità non faziosa?
A più di sei mesi dallo sgombero del circolo poligrafico, qualcuno sa se ci sono iniziative per il recupero ed utilizzo dell’area, per scopi sociali e per restituirlo alla città in qualche modo?