Libertà religiosa: un convegno mette a confronto non credenti e credenti
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato diffuso dall’Unione atei e agnostici razionalisti
L’approvazione di una legge sulla libertà religiosa e di coscienza è una questione non più rinviabile. È questo il tema del Convegno Non credenti e credenti: differenti, con identici diritti che l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, impegnata nella difesa della laicità dello Stato e nella valorizzazione delle concezioni del mondo non religiose, ha organizzato, con il patrocinio del Comune di Roma, per venerdì 10 gennaio, a Roma, nella Sala delle Colonne di Palazzo Marini, Camera dei Deputati (via Poli 19), dalle 10.30 alle 14.00.
Credenti e non credenti del mondo della cultura e della politica si confronteranno sulla necessità di vedere garantita l’eguale libertà di tutte le confessioni religiose e dell’ateismo.
Nel nostro Paese credenti e non credenti non hanno gli stessi diritti. Le discriminazioni ai danni dei 10 milioni di non credenti che vivono in Italia sono quotidiane: dalla frequente assenza di un insegnamento alternativo all’ora di religione cattolica nelle scuole al monopolio religioso dei riti, con la conseguente carenza di spazi dignitosi per matrimoni e commiati laici; fino alle ingerenze delle religioni in materia di fecondazione assistita, interruzione volontaria di gravidanza, fine vita, coppie di fatto, matrimoni gay.
E tutto questo avviene nonostante la nostra Costituzione abbia sancito l’eguaglianza dei cittadini, a prescindere dalle loro opinioni religiose, e la nostra Corte Costituzionale, nel 1979, abbia riconosciuto che «il nostro ordinamento costituzionale esclude ogni differenziazione di tutela della libera esplicazione sia della fede religiosa sia dell’ateismo».
Ma le discriminazioni non sono circoscritte ai soli non credenti. Tra gli stessi credenti ce ne sono alcuni di serie A, quelli che appartengono alla Chiesa cattolica o a una delle confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa con lo Stato, e altri di serie B, quelli senza intesa che, solo per dirne una, non possono destinare l’otto per mille alla loro confessione di appartenenza o a chi si occupa della valorizzazione della concezione del mondo o del credo filosofico in cui si riconoscono.
Un sistema iniquo determinato dall’assenza di una legge sulla libertà religiosa e di coscienza che superi le norme sui culti ammessi di epoca fascista tuttora in vigore.
Partecipano
Laura Balbo, sociologa e presidente onoraria dell’Uaar;
Gherardo Colombo, ex magistrato; membro del Consiglio d’amministrazione della Rai;
Paolo Ferrero, Rifondazione comunista;
Khaled Fouad Allam, sociologo, esperto di islamismo;
Stefano Levi della Torre, docente al Politecnico di Milano, esperto di ebraismo;
Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia;
Stefano Moriggi, filosofo della Scienza, docente presso l’Università di Milano Bicocca.
Introduce
Isabella Cazzoli, responsabile delle relazioni istituzionali dell’Uaar.
Modera
Raffaele Càrcano, segretario dell’Uaar.