Elezioni a Casal di Principe. I clan in lista e il coraggio dei giovani casalesi
Lancio d’agenzia dell’Ansa, oggi 12 aprile 2010, ore 11:54: “Le prossime elezioni amministrative a Casal di Principe (Caserta) sono al centro dell’attenzione della Dda di Napoli che, secondo quanto riporta oggi Il Mattino, ha avviato un’indagine per accertare condizionamenti della criminalità organizzata. In particolare, il giornale – col titolo “Casal di Principe, sul voto le mani dei clan-Indagine Dda: polizze rca per comprare preferenze, parenti di boss nelle liste per le comunali” – riferisce di “trenta nomi monitorati dagli uffici antimafia di polizia e carabinieri” e di “polizze rca auto usate come merce di scambio”. Dalla Prefettura di Caserta si fa sapere che prosegue, come sempre in occasione specie degli appuntamenti elettorali, l’attività di vigilanza sull’andamento del voto.
A Casal di Principe si vota domenica prossima in seguito ai provvedimenti adottati dal sottosegretario Bertolaso per le inadempienze contestate all’Amministrazione comunale nella gestione del comparto dei rifiuti.
Sempre l’Ansa alle 12:42: “I
sindaci dei comuni di Casal di Principe, Maddaloni e Castel Volturno nei mesi
scorsi sono stati rimossi perché inseriti nella lista nera di Bertolaso per
inadempienze nel settore rifiuti. Il Tar del Lazio, su ricorso dei tre sindaci,
ha reintegrato nelle funzioni i tre primi
cittadini ma la decisione del Tribunale amministrativo è stata impugnata, poi,
dal Ministero dell’Interno al Consiglio di Stato che ha annullato il
provvedimento di reintegro. Dopo la sentenza del Tar, la Prefettura di Caserta
ha indetto le elezioni per il 28 e 29 marzo scorsi, poi rinviate a domenica
e lunedì prossimi in seguito al provvedimento del Consiglio di Stato”.
Ed ancora Emilio Di Cioccio, su www.lunaset.it (periodico campano on line), oggi scrive: “a Casal di Principe, nonostante il clamore suscitato non soltanto dalle continue sortite dello scrittore Roberto Saviano ma, soprattutto, dalle pesanti inchieste giudiziarie che hanno travolto – e travolgono – l’omonimo clan, nulla sembra essere cambiato. Stessa musica anche per questa tornata elettorale, in virtù della quale la Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha aperto più di un fascicolo, giacché forti sarebbero le pressioni dei clan per far vincere questa o quella fazione politica. Polizze rca auto, soldi in contanti o regalie varie: insomma, è sulla compravendita di voti, o voto di scambio che dir si voglia, che la Procura antimafia vuol vederci chiaro; a maggior ragione se stiamo parlando della cosiddetta terra di Gomorra. ‘Per il momento, vigiliamo’ dicono, laconicamente, gli investigatori. Ma la Prefettura, in vista del voto di domenica prossima, ha già allestito una vera e propria task force per presidiare, ovviamente, i seggi. Un lavoro tutt’altro che facile considerando che diverse sono le liste che, trasversalmente, presentano delle anomalie. E vale a dire: la presenza di presunti affiliati ai clan o, comunque, parenti di boss o di politici condannati in passato”.
Il 18 e 19 aprile Casal di Principe va al voto e sembra, per l’ennesima volta, andarci sotto scacco mafioso. Pochi giornali parlano di questa vicenda. L’Ansa lancia nella cascata di lanci giornalieri queste agenzie. Il Mattino titola in prima, ma a piè di pagina. Certo meglio del silenzio assordante degli altri quotidiani nazionali e delle rispettive edizioni locali che o bucano la notizia o la rilegano a trafiletti di cronaca.
Casal di Principe, dice Saviano, non è solo camorra. E lo ribadiva qualche mese fa anche Michele Schiavone, presidente del Forum dei Giovani della città, organizzatore di una serie di eventi di sensibilizzazione antimafia.
Di queste iniziative scriveva lo scorso novembre Luigi Merola su Repubblica Napoli: “Casal di Principe, venerdì scorso, mi ha dato la certezza che davvero c’è una buona parte che ha cambiato pagina. Quella pagina bella che vorremmo vedere in tutti i paesi del sud dove la camorra ha fatto da padrona. Questi giovani hanno aperto una breccia in questo pesante muro di omertà e di silenzio, armi indiscusse dei clan. Finalmente quel velo di silenzio è stato squarciato. Ma questi giovani, durante il dibattito, hanno urlato una grande ingiustizia. Due testimonianze sono state al centro del dibattito: un imprenditore, Raffaele, al quale è stato revocato l’appalto vinto in Abruzzo solo perché la prefettura si era accorta che era cittadino di Casale. Eppure, Raffaele non ha mai avuto una multa, mai è stato segnalato dalle forze dell’ordine come appartenente ad un gruppo criminale. ‘La nomea che Casal di Principe è terra di camorra’, ha detto questo giovane, ‘deve finire’. Casal di Principe è terra di lavoro, di centinaia di papà che lasciano ogni inizio settimana le loro famiglie per andare a fare gli operai al centro e al nord Italia. Vanno bene i controlli delle forze dell’ordine e della prefettura, ma mai e poi mai far tutto un’erba un fascio. Infatti, un altro giovane, Mario, ha concluso con un agghiacciante episodio capitatogli qualche mese fa mentre era ad un colloquio finale di lavoro presso una grande azienda: scartato solo perché nato a Casal di Principe. Da oggi impariamo a rispettare Casal di Principe se davvero crediamo nella forza e nel coraggio di questi giovani”.
La forza e il coraggio dei giovani. Di tutti quei giovani pugliesi, calabresi, siciliani e campani che sull’esempio di don Peppe Diana son capaci di urlare con forza “per amore della mia terra non tacerò”.