Film: “Almanya – La mia famiglia va in germania”, tra fantasia e realtà

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di Daniela Silva

Dopo il clamoroso successo che nel 1999 riscosse Damien o’Donnell con “East is east”, il 7 dicembre arriverà nelle sale cinematografiche italiane “Almanya – La mia famiglia va in Germania”.

Al centro del film la vicenda della famiglia Yilmaz, emigrata negli anni Sessanta in Germania dalla Turchia e che ormai è giunta alla terza generazione. Una vita di sacrifici che però permette al patriarca della famiglia, Hüseyin, di veder realizzato un sogno: comprare una casa in Turchia. Ora vuole che tutti i vari figli e nipoti partano con lui per tornare nella terra natale e risistemare la casa. Un pretesto che, se inizialmente non mette tutti d’accordo provocando lo scetticismo generale, poi finisce per riunire la famiglia che decide di mettersi in viaggio per la Turchia.

E’ proprio nel corso del viaggio che si sviluppa il film, infatti, si intrecceranno i ricordi tragicomici dei primi anni in Germania, appunto Almanya in turco, quando la nuova patria sembrava un posto assurdo in cui vivere. Non solo, la famiglia durante il viaggio sarà costretta anche ad una sorta di sfida: quella di restare unita, nonostante i tanti segreti del passato e del presente che torneranno a galla e mineranno la stabilità degli Yilmaz.

Campione d’incassi in patria, con oltre 11 milioni di euro al botteghinoil film sembra essere una travolgente commedia “on the road” a metà tra “East is east” e “Little miss Sunshine”, capace di divertire e commuovere raccontando una storia attualissima. Le due giovani cineaste Samdelli, Yasemin regista e Nesrin sceneggiatrice, sono state ribattezzate “le sorelle Coen” del cinema turco.

Applauditissimo alla 61ma Mostra Internazionale del Cinema di Berlino, “Almanya – La mia famiglia va in Germania”sembra nascere dall’esigenza delle Samdelli di sfatare il mito nato negli anni Ottanta, in seguito all’uscita del film “Yasemin”, che tutte le famiglie turche fossero conservatrici all’ennesima potenza.

Si denunciano i luoghi comuni contenuti nei giudizi turchi nei confronti dei tedeschi, e dei tedeschi nei confronti dei turchi; e si ride delle reciproche ottusità. Il film è anche il segno che forse la pur difficile integrazione turco-tedesca, dopo più di mezzo secolo, si sta realizzando.

Oggi in Germania è in corso un intenso dibattito su come risolvere la questione dell’integrazione: un tema caldissimo che coinvolge soprattutto i deficit culturali dei lavoratori ospiti e sui loro presunti comportamenti antisociali. “Almanya – La mia famiglia va in Germania” sembra voler ricordare che questi lavoratori stranieri erano invitati dal Governo tedesco e che hanno dato un enorme contributo alla stabilità economica del Paese. Avevano, pertanto, il diritto di restare e i loro figli e nipoti sono cittadini tedeschi a tutti gli effetti.

Quello delle sorelle Samdereli, turche di Germania, sembra essere una sorta di amarcord sentito e sentimentale che racconta con brillante umorismo una saga familiare prendendo in giro stereotipi e prendendosi in giro, con una freschezza e una leggerezza davvero uniche, in grado di far ridere e commuovere con la bellezza delle piccole cose quotidiane. Un film in cui si respira a pieni polmoni la vita vera nonostante i racconti e le dovute iperboli.

Una pellicola che sembra davvero divertente, quindi, capace di fare dell’ironia intelligente sull’emigrazione e sulle difficoltà dell’incontro culturale tra Turchia e Germania. Un film che fa ridere, ma non pecca mai di superficialità.

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