Taranto, in piazza i lavoratori di Teleperformance

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di Pierfrancesco Demilito

Lorenzo è un bimbo di Taranto e ha due anni, la sua mamma Majka lavora da tre anni per i francesi della Teleperformance nel call center più grande d’Italia con un contratto a tempo indeterminato. Oggi l’azienda d’oltralpe, però, chiede a Majka di ridurre le sue ore di lavoro a quattro al giorno. E così le vite quotidiane di chi aveva creduto nell’azienda, sbarcata qualche anno fa in riva allo Jonio, cambiano in un istante. Con una riduzione sensibile dello stipendio inizia la paura che il futuro sia molto più complicato di come lo avevano immaginato diciotto mesi fa, quando è iniziata la vertenza che si è conlusa con la cassa integrazione per 900 lavoratori, 460 dei quali a Taranto.

Sabato scorso i lavoratori della Teleperformance sono scesi in piazza a Taranto per cercare di difendere il loro lavoro ed è lì che ho incontrato Majka. Mentre sfiliamo tra le vetrine addobbate mi dice: “In fondo io sono in un’isola felice, continuo a lavorare e per me si prospetta solo una riduzione delle ore. Oggi sono qui per i miei colleghi, per chi è in cassa integrazione, per chi da un po’ non lavora più e per chi rischia di diventare un esubero”.

Majka in quella azienda aveva creduto e oggi la riduzione delle ore e dello stipendio provoca anche a lei, che rispetto ad alcuni suoi colleghi si trova in quella che chiama “un’isola felice”, alcuni problemi. “Ogni mese oltre le rate del mutuo ci sono anche quelle della macchina. Già, perchè l’azienda si trova fuori Taranto e con i mezzi pubblici non si può arrivare, per andare a lavorare sono stata costretta a comprare una macchina. E poi c’è l’asilo per Lorenzo visto che quello aziendale è ancora un miraggio”.

Insieme a Majka sono circa un migliaio i lavoratori scesi in piazza, indispettiti da un’azienda che, mentre riduce le ore lavorative e accede allo strumento della cassa integrazione in deroga, delocalizza il lavoro in Albania e tappezza la città con manifesti per reclutare 400 lavoratori a progetto, meno costosi degli operatori a tempo indeterminato.

Al fianco dei lavoratori sfilano anche il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, il consigliere regionale, Alfredo Cervellera e tanti sindaci dei comuni della provincia tarantina. Il sindaco Stefàno si dice vicino a questi lavoratori perché ha percepito “l’ansia che queste persone e le loro famiglie vivono ogni giorno, il timore nell’oggi e nel domani”. Alfredo Cervellera sottolinea che la vicenda è seguita da tempo dalla Regione, che “si è impegnata, anche economicamente, sia per la stabilizzazione di questi lavoratori, sia per tutelarli durante questa vertenza. Se oggi siamo in questa condizione è soprattutto perché il Ministro Sacconi ha stracciato la circolare Damiano”. Cervellera inoltre, attacca l’atteggiamento arrendevole del Ministero del Lavoro durante la vertenza. “Il Ministero ha sostenuto l’azienda nella sua volontà, che era quella di diminuire il personale con la cassa integrazione. In realtà, infatti, più che di cassa integrazione dovremmo parlare di processi di mobilità”.

I sindacati sfilano insieme uno accanto all’altro. Andrea Lumino, segretario provinciale della Slc-Cgil, rigetta la proposta delle quattro ore. “La risposta migliore è la grande partecipazione a questa manifestazione, con i sindacati uniti. Siamo disposti a trattare ma ora il passo indietro deve farlo l’azienda”. Marcello Fazio, della segreteria territoriale Ugl-Telecomunicazioni, ritiene importante il corteo “perché rende pubblico il dissenso che c’è nei confronti di un progetto di smantellamento che funziona con il ricatto occupazionale, da un lato, e con una paradossale proposta aziendale dall’altro”.

I dipendenti della Teleperformance, a Taranto, sono oltre duemila e oggi chiedono semplicemente di poter tornare a fare il loro lavoro, quel lavoro che hanno sempre svolto con grande professionalità. Pochi giorni fa l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha reso nota la classifica dei call center delle aziende di vendita con oltre 50.000 clienti. Una classifica che viene realizzata assegnando dei punteggi per la disponibilità delle linee telefoniche, i tempi di attesa, la chiarezza delle risposte, la cortesia degli operatori, la capacità di risolvere il problema nel minor tempo possibile. Enel Energia, a cui Teleperformance presta i suoi servizi, si è confermata l’azienda leader nel mercato per la qualità dei servizi telefonici. Un primato che andrebbe diviso con quegli operatori che da Taranto rispondono al telefono, e la cassa integrazione non è certo un bel premio per questi lavoratori.

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