Mentana, dietrofront sulle dimissioni. Resta al Tg La7
di Elena Angiargiu
È durato poco più di 24 ore il giallo delle dimissioni di Enrico Mentana, annunciate il 14 dicembre e ritirate il giorno successivo con un messaggio su Facebook. Mentana ci ripensa e resta alla direzione del Tg La7, dopo la presunta denuncia per comportamento antisindacale fatta alla Magistratura dal Comitato di redazione e dall’Associazione Stampa Romana.
L’ANNUNCIO – «Essendo impensabile continuare a lavorare anche solo per un giorno con chi mi ha denunciato, rassegno da subito le dimissioni dalla direzione del Tg La7». Così, nel pomeriggio del 14 dicembre, Mentana annunciava le sue dimissioni con una nota inviata all’Ansa, riportata poco dopo sul suo profilo Facebook, ribadendo inoltre in diretta tv le motivazioni che l’avevano spinto a compiere quel gesto: «In questo telegiornale entrano soltanto le notizie che contano […]. Non accettiamo imposizioni di documenti da parte di questa o quella categoria».
LA VICENDA – Ad innescare il “caso Mentana” la mancata lettura di un comunicato di solidarietà della Fnsi nei confronti dei poligrafici durante il telegiornale di lunedì 12 dicembre, giorno della protesta unitaria dei sindacati contro la Manovra del Governo Monti. Il pomeriggio seguente si diffonde la notizia della denuncia. A presentarla l’Associazione Stampa Romana, d’intesa con il Cdr, stando alle prime indiscrezioni. In attesa di smentite che non arrivano, proprio il coinvolgimento del sindacato interno induce Mentana a rassegnare le dimissioni, lasciando però aperto qualche spiraglio di un suo possibile ripensamento in caso di chiarimento con la redazione. Prima Mentana legge il comunicato del Cdr che gli chiede di restare alla guida del telegiornale, poi in tarda serata arriva la nota dell’Assemblea dei giornalisti sulla netta contrarietà alla denuncia, che prelude alla ricucitura dello strappo con il direttore.
DALL’IPOTESI RAI AL RIPENSAMENTO – Tra conferme e smentite sui termini della denuncia, si fa strada l’ipotesi di un passaggio in Rai di Mentana dopo la rimozione di Minzolini e la designazione ad interim di Maccari. Ma è lo stesso Mentana a sgombrare il campo da tale ipotesi, escludendo l’intenzione di passare al Tg1 e semmai prospettando la possibilità di un’esperienza al di fuori dei circuiti tradizionali, come quella di Michele Santoro.
Nel tentativo di dissipare ogni dubbio e chiarire le ragioni della sua scelta, in risposta alle insinuazioni e alle dichiarazioni a sostegno dell’ (ex) direttore che fanno il giro dei social network, Mentana, oramai propenso a far rientrare le dimissioni, nell’intervista alla Telefonata di Belpietro ribadisce di non essere affatto interessato alla direzione del Tg dell’ammiraglia Rai, respingendo l’ipotesi di una maliziosa coincidenza.
«Le nubi si diradano, la notte porta consiglio» aveva dichiarato all’Ansa. E così è stato. La mattina seguente con un messaggio su Facebook, Mentana annuncia il passo indietro e la sua decisione di restare: «Mi sembra doveroso ritirare le dimissioni. Fioccheranno le dietrologie, ma chi se ne frega: anche la maggior parte di voi mi ha consigliato di non lasciare incompiuto il lavoro a la7. Avanti, quindi, senza più ombre».
LE REAZIONI – Le dimissioni sconcertano gli internauti e destabilizzano gli investitori. In Borsa Telecom Italia Media perde il 6%, ma esprime comunque solidarietà a Mentana. Prosegue la querelle a distanza con Fnsi e Asr, per le quali il rientro delle dimissioni riporta il caso nella “giusta collocazione”, ma resta aperta una “questione sindacale”. Franco Siddi, segretario Fnsi, giudica la vicenda “iperbolica”, mentre per Carlo Freccero, direttore di Rai4, si tratta di “un colpo di marketing giornalistico, fatto apposta per aumentare gli ascolti”, come ha dichiarato al programma radiofonico “La Zanzara”. Le dimissioni in diretta tv, in effetti, richiamano il pubblico delle grandi occasioni: il telegiornale delle 20 fa registrare il record di ascolti realizzando l’11,45% di share media con quasi 3 milioni di telespettatori.