Primarie in Florida e Nevada, Romney raddoppia
di Laura Guadalupi
FLORIDA. VITTORIA ASSOLUTA… Con il 46,4% dei voti per Mitt Romney questa volta è vittoria piena. Il 31 gennaio cala il sipario sui tiepidi successi del passato, preferenze “diplomaticamente” spalmate su un candidato diverso in ogni Stato: Santorum nell’Iowa, Romney nel New Hampshire, Gingrich nel South Carolina. Sintomo di un elettorato non ancora convinto? Può darsi. Di sicuro la Florida è da sempre considerata uno stato determinante per la scelta del candidato alle presidenziali, così, forse, siamo ad una svolta. Il nuovo corso ha il volto di Mitt Romney, seguito da Newt Gingrich che si assesta al 31,9%, Rick Santorum al 13,4% e, fanalino di coda, Ron Paul al 7%. Conquistare quasi la metà dei voti non lascia molto spazio a ulteriori commenti, è un risultato netto, sebbene vada in un certo senso relativizzato.
…IN CONTESTO RELATIVO. La Florida è stata lo scenario del primo vero test elettorale. I suoi 20milioni di abitanti sono il campione maggiormente rappresentativo degli Stati Uniti d’America per composizione sociale ed etnica. Come insegna la storia, sin dai tempi in cui vi si fronteggiarono George W. Bush e Al Gore vincere in Florida è una prova importante, anche se non decisiva quanto l’atteso Super Tuesday del 6 marzo.
L’ECONOMIA CHE MUOVE I VOTI E I RISULTATI. Già prima del voto i sondaggi davano per vincente l’ex governatore del Massachussetts. A poco o nulla è valso l’intervento di Sarah Palin e di Michael Reagan, figlio di Ronald, al fianco dell’avversario Gingrich, ostinato più che mai ad andare fino in fondo. Romney, dal canto suo, già in Florida ha potuto contare su una campagna di comunicazione politica di 12mila spot per un costo di 15milioni di dollari. Sembra non essere affatto intenzionato a badare a spese e pare proiettarsi ben oltre, nel duello finale con Barack Obama. Mentre Romney rinfaccia al Presidente in carica di voler trasformare l’America nel peggio dell’Europa, quest’ultimo intanto vede la sua popolarità aumentare di oltre il 50%, merito di una ripresa economica del 2,8% nel tasso medio annuo. Come ci ricorda Vittorio Zucconi a proposito di un sondaggio di Fox News, l’economia è la preoccupazione principale degli abitanti della Florida ed è questa che sancirà l’esito delle elezioni.
Ancora, l’ex governatore non fa quasi in tempo a festeggiare la vittoria che già prende uno scivolone televisivo proprio sul delicato tema della povertà, dichiarando alla CNN che il suo interesse principale non è rivolto alle fasce più povere della popolazione, né a quelle più ricche, bensì alla classe media. Durante il volo per Minneapolis Romney ha poi corretto il tiro affermando che la frase era stata decontestualizzata.
NEVADA. Il 5 febbraio Romney vince ancora, con il 47% dei voti in uno Stato, il Nevada, dove ha potuto contare sull’appoggio significativo dei mormoni e su fette di elettorato ultraconservatore, inclusi i sostenitori del Tea Party e i protestanti delle chiese evangeliche.