Trentino, senza cittadinanza il 16,4% dei neonati
di Pierfrancesco Demilito
Lo scorso 22 novembre, in occasione dell’udienza concessa ad una delegazione della Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Giorgio Napolitano non sapeva se definire un’assurdità o una follia il fatto che i bambini nati in Italia non ottenessero la cittadinanza italiana e si è augurato che il parlamento riesca a fare quello che non è riuscito a fare durante questi anni, ovvero varare una legge che colmi questa lacuna.
“Noi abbiamo – ha proseguito il Presidente della Repubblica – oramai centinaia di migliaia di bambini immigrati che frequentano le nostre scuole e che, per una quota non trascurabile, sono nati in Italia, ma ad essi non è riconosciuto questo diritto elementare, ed è così negata la possibilità di soddisfare una loro aspirazione che dovrebbe corrispondere anche a una visione nostra, nazionale, volta ad acquisire delle giovani nuove energie ad una società abbastanza largamente invecchiata (se non sclerotizzata)”.
In attesa che una nuova legge venga fuori dal Parlamento al momento la patata bollente dell’integrazione passa alle Regioni. E come sempre ci sono regioni più attente e regioni più distratte, una delle amministrazioni locali più attenta al tema dell’integrazione è indubbiamente il Trentino. La Provincia autonoma di Trento, ad esempio, ha fondato, nel 2001sulla base di un accordo tra Provincia autonoma e Questura di Trento, il Cinformi, con l’obiettivo di semplificare il rilascio e il rinnovo dei titoli di soggiorno dei cittadini immigrati. Una buona prassi che ha consentito di evitare code e lungaggini burocratiche. Visto il successo iniziale il Cinformi, che è un’unità operativa dell’Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza della Provincia, ha iniziato ad incrementare i suoi servizi e oggi offre, tra le altre cose, consulenza giuridica e sociale, informazioni sul lavoro in famiglia (domestica, badante), aito nella compilazione dei moduli e supporto e accoglienza per i richiedenti asilo.
Ma il Cinformi è anche un importante centro di studi e ogni anno realizza il Rapporto dell’immigrazione in Trentino. E dal rapporto del 2011, presentato lo scorso mercoledì, emerge che nel 2010 i bambini stranieri nati in Trentino sono quasi novecento, per la precisione 892 e considerando che in totale nella regione autonoma in quell’anno sono nati 5439 bambini, ben il 16,4% dei neonati non ha la cittadinanza italiana. Moltissimi sono anche i cittadini stranieri iscritti nelle scuole trentine. Nell’anno accademico 2010/2011 gli studenti stranieri erano 8859, il 10, 8% del totale degli alunni. Un dato quest’ultimo, cresciuto del 4,6% rispetto a quello dell’anno precedente.
I dati, come si suole dire, parlano chiaro speriamo che il Parlamento ascolti l’appello lanciato dal Presidente Napolitano e permetta a questi ragazzi, che sono nati e hanno studiato nel nostro Paese, di essere italiani anche sulla carta.