Pd, primarie Lazio. Gli studenti “democratici” non residenti non possono votare
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Domani 19 febbraio si terranno le elezioni primarie per la scelta del Segretario del Partito Democratico del Lazio. Primarie, che in quanto tali, saranno aperte a tutti i cittadini che vorranno prender parte ad un importante processo di selezione della classe dirigente del nostro Partito. Al cospetto di questa apertura democratica la Commissione Regionale per il Congresso ha deciso di escludere dall’elettorato attivo tutti gli studenti e lavoratori non residenti nel Lazio e quindi anche gli iscritti dei circoli appartenenti a queste categorie. Questo comporta che molti militanti e dirigenti del Partito e dei Giovani Democratici tesserati a Roma e nel resto della Regione, come confermato dalla circolare n.14 del 17 febbraio 2012, saranno estromessi dal voto nelle elezioni Primarie in virtù di uno status di “cittadinanza politica parziale”.
Ci teniamo a ricordare, non solo alla Commissione, ma al Partito tutto, che i cosiddetti “clandestini” non sono altro che militanti che investono parte del loro tempo nell’attivismo politico, garantendo la rappresentatività del Partito all’interno delle scuole, delle università e dei territori. Sono quelli che, tra esami e lavoro, si ritagliano del tempo per partecipare alla vita dei circoli contribuendo all’elaborazione politica. Sono quelli che si rimboccano le maniche quando c’è da scendere in strada per distribuire volantini ed attaccare manifesti. Sono quelli senza i quali le feste dell’Unità, a partire da quella romana, non avrebbero avuto lo stesso grande successo. Sono quelli che con il loro voto, nella prima fase del congresso, hanno contribuito a scegliere quali tra i quattro candidati si sarebbero sottoposti al voto dei cittadini.
Tutto questo non è evidentemente ritenuto sufficiente per garantire ai fuori sede una parità di diritti con gli altri iscritti residenti, determinando un’oggettiva differenziazione tra iscritti di serie A e iscritti di serie B. Fare politica vuol dire interessarsi del luogo in cui si vive. Il quartiere, l’università, il posto di lavoro, costituiscono il contesto sociale che ci ha spinto a scegliere di aderire al Partito e sono i luoghi in cui ci impegniamo quotidianamente per migliorare il nostro Paese e quindi la nostra passione politica non può essere dequalificata al grado di “passione clandestina”.
Per questo, fin quando non verrà eliminata questa palese discriminazione, chiediamo:
- che gli iscritti nei circoli dei Giovani Democratici di: Casal Bruciato, Pietralata, Casal de Pazzi, Casal Bertone e Tiburtino III vengano cancellati dall’anagrafe degli iscritti del Partito Democratico di Roma.
- che i candidati alla segreteria regionale si pronuncino in merito a questa decisione affinchè venga restituita la giusta dignità ai militanti del Partito, nonostante tale posizione sia stata assunta da una Commissione composta da persone indicate dai diversi candidati.
- che tutti quanti i circoli dei Giovani Democratici di Roma aderiscano a questa nostra iniziativa, richiedendo, anche’essi la cancellazione dei GD dall’anagrafe del Partito.
“Perso nel cuore della grande Babilonia mi chiamano il “Clandestino”, sono il fuorilegge: calabrese clandestino, siciliano clandestino, campano clandestino, abruzzese illegal!”
Roberto Angelini (rappresentante Studenti Democratici – RUN Sapienza)
Luca Di Traglia (coordinatore GD V° Municipio)