Firenze, tutto pronto per l’edizione 2012 di Terra Futura

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di Roberto D’Amico

Più di 94.000 visitatori, un’area espositiva con 13 sezioni, 600 aree, 5000 realtà rappresentate; oltre 280 i convegni e seminari con quasi 1000 i relatori intervenuti, 250 i momenti di animazione e i laboratori per adulti e bambini. Questa è solo una piccola parte dell’eredità lasciata dall’edizione 2011 di “Terra Futura”, la mostra convegno delle buone pratiche di sostenibilità che ogni anno riempie la Fortezza da Basso di Firenze. Persone che credono fortemente nelle nella diffusione delle buone prassi di sostenibilità nel Paese. Sono le pratiche di un’Italia che sceglie le rinnovabili, che sposa il turismo responsabile, che per la casa acquista arredi ecocompatibili; e ancora che fa parte di un gruppo di acquisto solidale, evita gli sprechi di cibo o mangia biologico, che ricicla gli oggetti e li riusa dando loro nuova vita, che beve l’acqua pubblica, che non guarda con paura al Mediterraneo e apprezza la ricchezza dell’incontro con le diversità. Che si impegna in prima persona per la tutela di diritti degli uomini e di popoli e per il governo partecipato dei territori, che crede nell’informazione libera e democratica.

LA NUOVA EDIZIONE – Dal 25 al 27 maggio 2012 la Fortezza da Basso si popolerà di nuovo per la nona edizione della fiera. “Ridare un senso nuovo al produrre, attraverso una riconversione ecologica e sociale dell’economia”, il tema portante dell’edizione. Ci si arriverà attraverso un confronto sulle diverse idee di società, quel confronto animato dal tema del lavoro. Perché intorno ad esso si declina anche il modello di economia, di relazione, di democrazia, di comunità che gli organizzatori auspicano per il futuro. “Proprio per questa sua funzione fondamentale e fondante – sostengono – occorre restituire valore e dignità al lavoro”.

IL COMMENTO – “Non solo questo sistema, improntato su una finanziarizzazione estrema dell’economia oggi non viene rimesso in discussione – commenta Andrea Baranes, presidente della Fondazione culturale Responsabilità etica, ma addirittura le istituzioni europee e internazionali chiedono alle lavoratrici e ai lavoratori di pagare ancora una volta il conto: il lavoro viene sacrificato per “ridare fiducia” ai mercati finanziari, che però di fiducia non ne meritano affatto”.
“La finanza deve tornare a essere un mezzo al servizio dell’economia e della società – prosegue -, non un fine in se stessa per fare soldi dai soldi nel più breve tempo possibile. A Terra Futura vogliamo ribaltare completamente la questione e rimettere al centro il lavoro. È questa la soluzione per un’uscita dalla crisi duratura e fondata su basi diverse: la sostenibilità ambientale e sociale e i diritti”, come si legge nel Position Paper, il documento condiviso che riassume la visione politica dei partner di Terra Futura.

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