Nasce il gruppo di lavoro italo-britannico contro il terrorismo e la pirateria
di Laura Guadalupi
«L’amicizia fra Italia e Gran Bretagna è solida». A confermarlo è il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, al termine dell’incontro tenutosi alla Farnesina lo scorso 22 marzo con il Ministro degli Esteri britannico, William Hague. Se Terzi parla di «relazioni eccellenti», Hague definisce l’Italia «uno dei più importanti partner del Regno Unito nell’Unione Europea», un Paese con cui esistono dei rapporti bilaterali molto forti, all’insegna di una partnership produttiva e promettente.
Da ambo le parti c’è piena sintonia riguardo ai principali dossier dell’attualità internazionale: la crisi siriana, il processo di transizione in Libia, la primavera araba, l’Iran. Com’era prevedibile, nel corso delle consultazioni si è parlato tra l’altro dell’uccisione degli ostaggi in Nigeria. I due ministri si sono quindi confrontati su come poter «migliorare e rafforzare la collaborazione reciproca in questi casi» e su come affrontare «le sfide crescenti del terrorismo internazionale» e migliorare il tipo di operazioni «che si dovessero ripresentare in futuro». Il risultato del colloquio prende la forma di una dichiarazione congiunta: Italia e Gran Bretagna decidono di istituire un Gruppo di lavoro di Alto Livello per intensificare la loro collaborazione e le modalità di consultazione in materia di antiterrorismo inclusi i sequestri e la lotta alla pirateria. Il gruppo, formato da funzionari di alto livello, si riunirà per la prima volta nei prossimi mesi.
Gli ostaggi in Nigeria – Il Ministro Terzi ha chiesto chiarimenti in merito al blitz costato la vita a Franco Lamolinara e a Chris McManus in Nigeria, in nome del rapporto di amicizia tra Italia e Gran Bretagna, ma soprattutto per la memoria di Lamolinara e per rispetto alla sua famiglia. Terzi ha ricordato il disappunto dell’Italia, poiché non è stata informata prima dell’inizio dell’operazione, ma ha anche aggiunto che la situazione molto difficile e i rapidi sviluppi hanno portato Londra ad agire in fretta e a dare a Roma una comunicazione tardiva che non era intenzionale. Italia e Gran Bretagna infatti «condividono i valori del rispetto della vita umana e della sicurezza degli ostaggi, che è un’assoluta necessità quando si prendono queste decisioni».
Il ministro Hague ha espresso nuovamente le condoglianze alle famiglie delle vittime e ha ribadito che i due Paesi hanno affrontato il rapimento «con la stessa linea e hanno condiviso lo stesso approccio» sulla gestione del sequestro. Londra ha intrapreso quell’azione perché ritenuta la migliore opportunità per salvare gli ostaggi, che erano in una situazione disperatamente difficile. Allo stesso tempo, Hague ha aggiunto «penso che tutti noi che abbiamo la responsabilità di prendere decisioni dobbiamo convivere con le conseguenze, sia se hanno successo che se falliscono».
I marò in India – Terzi ha inoltre aggiornato Hague sugli sviluppi della vicenda dei due marò italiani detenuti in India e ha spiegato che Londra «comprende» la «necessità di riportare i marò a casa». Il ministro britannico da parte sua ha dichiarato che la Gran Bretagna collabora con l’Unione Europea, che si è già attivata sul caso, e Terzi ha aggiunto di «contare» sulla collaborazione di Londra anche per «alcuni aspetti del diritto internazionale in materia di lotta alla pirateria che devono essere riaffermati nei confronti di tutti i paesi dell’Onu».