Federer – Nadal: c’eravamo tanto amati! Lo spagnolo lascia il Player Council Atp
di Cristiano Checchi
Federer contro Nadal. Per anni il mondo del tennis è stato diviso da questa semplice domanda, un po’ quello che accadeva con Maradona o Pelè e che accade oggi con Messi o Ronaldo. Però nel caso dei due fenomeni della racchetta non c’è mai stata una vera rivalità fuori dal campo, tutt’altro; non c’è mai stata un’antipatia o un’insofferenza ai successi dell’altro. Nadal ha sempre riconosciuto la maggior tecnica dello svizzero; Federer dal canto suo, pur avendo perso tantissime partite contro lo spagnolo, non hai mai battuto ciglio riconoscendo lo strapotere fisico del maiorchino. Niente screzi fra i due, in campo sempre massima sportività e non si è mai vista la volontà di uno di “umiliare” sportivamente l’altro. Tutto questo fino a poco tempo fa.
Qualcosa, però, tra i due è successo. A gennaio, prima dell’Australian Open, Nadal serve una stoccata in pieno stile schermitore a Roger: «È molto facile decidere di non dire nulla, o dire che tutto è positivo e restare un gentleman, poi che se ne occupino gli altri. Ma non è così. Ognuno di noi ha delle opinioni diverse e forse a lui piace il circuito così come è. Anche a me piace e penso che il tennis sia meglio di molti altri sport, ma questo non significa che non può essere migliore e che alcune cose che vanno male dovrebbero cambiare» e ancora per rincarare la dose: «Finire la carriera con dolori in tutte le parti del corpo non è positivo, Federer finirà la sua carriera come una rosa, perché ha un fisico privilegiato, ma né io, né Murray, né Djokovic finiremo come delle rose. A che età chiuderemo con il tennis? A 28, 29 o 30 anni? Quindi resta una lunga parte di vita davanti a noi ed è importante come si sta fisicamente».
Modi bruschi e pieni di frustrazione per una condizione fisica che stentava a migliorare all’epoca e che non migliora neanche adesso a 4 mesi di distanza, è di sabato infatti il ritiro dalla semifinale dell’Atp di Miami, vinto ieri da Novak Djokovic contro Murray.
Ormai i dissidi sono usciti allo scoperto. Lo sfogo di Nadal non s’incentra solo sul calendario ma anche su come è stilato il ranking mondiale che, secondo lo spagnolo, non consente ai giocatori di prendere pause. Il consiglio del numero 2 del mondo all’Atp era quello di considerare i risultati ottenuti negli ultimi 2 anni invece che le ultime 52 settimane. Federer ha invece espresso parere negativo a questa ipotesi spiegando che si «renderebbe tutto più noioso, senza contare che sarebbe ancora più difficile emergere per i giocatori di bassa classifica». Federer comunque ha cercato in un primo momento di mantenere i toni bassi: «Prima accadeva che Rafa fosse d’accordo con tutto quello che dicevo, adesso è cresciuto ed è normale che lui la pensi diversamente. Stiamo cercando insieme di trovare un punto d’incontro e fare il bene dello sport».
A marzo però è lo svizzero a rifilare una stoccata al collega. Il sei volte campione di Wimbledon ha espresso perplessità sul perché non viene mai fischiato un warning per perdita di tempo. Il riferimento allo spagnolo che non ha mai rispettato il limite di tempo tra un punto e l’altro è chiaro.
Tra un battuta e l’altra si è arrivati così a storia recentissima, quella che vede quasi per certo l’addio di Nadal al Player Council dell’Atp di cui Federer è presidente. Non si può dare ancora per certa la notizia, che è stata anticipata dal profilo twitter del giornalista Christopher Clarey, ma le divergenze tra Nadal e il mondo Atp sono palesi. L’ultima botta allo spagnolo è stata la nomina a presidente dell’Atp di Brad Drewett invece che Richard Krajicek, da lui fortemente caldeggiato.