Pasqua. Paese che vai, usanze che trovi

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di Emiliana De Santis

Cosa c’entrano le uova di cioccolato con la via crucis? E il coniglietto dei regali cos’ha a che fare con la Resurrezione? In verità, come la gran parte delle festività cristiane, anche la Pasqua è accompagnata da consuetudini che poco o nulla hanno in comune con il sentimento religioso. Non c’è da meravigliarsi: questa festa è celebrata a ridosso dei primi giorni di primavera ed è normale che il clima di rinascita coinvolga la sfera sociale e comunitaria, dando luogo a un evento che assume connotazioni particolari a seconda del Paese in cui ha luogo.

Il tour ha come prima tappa i nostri vicini più prossimi, gli spagnoli. La tradizione cristiano cattolica culmina nelle lunghe processioni degli incappucciati. Tipico il venerdì santo di Siviglia, durante il quale la Macarena – statua di Maria Addolorata – è portata in corteo lungo le vie cittadine avvolte in un clima di mestizia e sentita passione. La Pasqua si festeggia anche nell’est Europa, dove la religione crea con l’usanza un melting pot colorato e allegro. In Austria c’è il giovedì verde, giorno in cui si mangiano solo verdure di quel colore in omaggio alla natura che torna a fiorire. In Polonia, invece, i fedeli si recano in chiesa il sabato con un cestino pieno di cibo che sarà poi benedetto e servito per il pranzo della domenica. Una curiosità: in Europa orientale è costume spruzzarsi dell’acqua il lunedì dell’angelo, la cosiddetta pasquetta, in segno di fertilità.

Vera espressione della fertilità è, tuttavia, l’uovo, che compare nei colori e nei modi più diversi in tutti i riti pasquali. A Washington l’uovo sodo si fa rotolare sul prato della Casa Bianca con una gara di velocità di cui gli anni non hanno fatto perder memoria. In Messico utilizzano i gusci della uova, riempiti di coriandoli e avvolti nella carta, per romperli in testa ai propri cari, in segno di augurio e felicità. C’è chi, poi, le uova le nasconde nei nidi, come in Europa del Nord: spetta ai bambini trovare ciò che i conigli hanno nascosto. Un rito a metà strada tra il gioco del nascondino e il mito degli elfi di babbo Natale, che cambia protagonisti e scenari insieme al mutare della stagione.

In Russia, dove la Pasqua si festeggia con una settimana di ritardo, i rituali ortodossi mettono al centro le candele e rivolgono il pensiero all’al di là. Molto partecipata la processione verso i cimiteri che si conclude con un pic-nic sulla tomba dei defunti, in segno di affettuoso ricordo e trade-union tra la vita che nasce e quella che si rinnova nella forma spirituale. Ancor più suggestive le cerimonie armene, alla fine delle quali le uova dipinte con le immagini sacre sono sbattute le une contro le altre quasi a voler esorcizzare l’auspicio di felicità e prosperità. Non può mancare Israele che festeggia la Pasqua cristiana e il Pesach ebraico, ossia la fuga dall’Egitto e il grande esodo: nonostante le problematiche politiche del territorio questa celebrazione è l’occasione per osservare la convivenza di tradizioni unite alla radice e separate dalle circostanze.

Ultima tappa in Italia, nella Chocoteca di Daniela Braga e Davide Ferrero, a Vigevano, per cui l’evento è occasione di delizia grazie alla bontà e al buon umore che solo il cioccolato sa infondere. I prìncipi del cioccolato, come si autodefiniscono, rendono le uova autentici gioielli per la vista e per il palato, ricordando che l’usanza di decorare le uova è iniziata proprio nel Bel Paese grazie al grande cioccolatiere Guido Bellissima. Almeno in tema di bellezza e gusto deteniamo un primato di cui potremo difficilmente essere privati.

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