L’addio di Toti: la Virtus rischia di sparire
di Cristiano Checchi
Nella cornice della Sala Belli del Visconti Palace Hotel si è tenuta, il 4 maggio, la conferenza stampa fiume del Presidente e proprietario della Virtus Roma, Claudio Toti. Il Presidente venerdì ha ribadito la decisione, già comunicata a gennaio, di voler lasciare la squadra di pallacanestro capitolina.
12 ANNI DI PASSIONE – “Io non gestivo un azienda ma l’amore per una squadra” è questa la convinzione dell’imprenditore romano che prese la Virtus nel 2000, vincendo subito quello che poi sarebbe rimasto l’unico trofeo della sua gestione: la supercoppa italiana contro la Kinder Bologna. Grandi giocatori e grandi tecnici sono passati a Roma in questi 12 anni, da Myers a Allen Ray passando per Bodiroga. Per i tecnici su tutti i nomi di Bucchi, Repesa e Pesic. Pochi i successi in confronto a quanto speso nel corso di questi anni. Dal 2000 la Virtus è però tornata ai più alti livelli nazionali e internazionali tornando a giocare l’Eurolega. Quattro le semifinali dei play off disputate, solo una però tramutata in finale. Finale poi persa contro l’invincibile Montepaschi nel 2008. Nel 2006, inoltre, anche la finale di Coppa Italia persa ai supplementari contro Napoli. Tante quindi le gioie, ma molte, forse di più, le amarezze per quell’obiettivo alla fine non raggiunto.
L’ANNUNCIO – “A gennaio, dopo aver comunicato la mia decisione, dissi che non avrei parlato fino alla fine del campionato. Il campionato è finito l’altro ieri e sono qua a ribadire la decisione di voler lasciare il basket professionistico”. Così ha debuttato Toti nella conferenza stampa di quello che sembra essere, salvo incredibili ripensamenti, l’addio alla Virtus. Le motivazioni il Presidente le ha ben spiegate: “In primis è che sono convinto che Roma merita una squadra di alto livello, come ha avuto in un recente passato. Una squadra che deve combattere alla pari con Milano, Siena, Cantù e Bologna. Non trovo giusto che Roma si trovi a occupare posizioni che non gli spettano come città e, per quello che è il recente passato, come squadra. Questa posizione è una posizione che io non posso più garantire, l’ho fatto con molti sforzi nel passato, con comunque importanti risultati. Non sono in grado di garantirlo perché gli investimenti sono molto alti, nonostante siano diminuiti rispetto a quelli da fare negli anni passati”. È la situazione economica del momento a dare comunque l’input al Presidente a lasciare: “Nel periodo attuale il mondo dell’edilizia licenzia 25.000 persone soltanto nel 2011 nel Lazio, e il mondo del commercio licenzia 21.000 persone sempre nel 2011 non credo sia giusto che un gruppo che io rappresento investa risorse così importanti nel basket”.
UNA SQUADRA SENZA CASA – “Senza un nostro impianto è stato impossibile creare uno spirito di squadra e non è stato possibile creare un senso d’appartenenza e di territorialità. Poter creare gruppo e anima in un periodo di deficit economico sarebbe stato fondamentale”. La squadra condivide il Palazzetto dello Sport a Flaminio da due anni con la Roma Volley. Sette anni fa Toti, ha spiegato, aveva vinto il bando per costruire un palazzetto ma è poi venuto fuori che il comune non era proprietario di tutto il terreno, con il cambio successivo di amministrazione e con l’intervento dei controlli archeologici tutto è rimasto in fase di stallo.
Altro tema caldo è il rapporto con l’amministrazione, e un intervento di quest’ultima richiesto a gran voce anche dai tifosi. Toti ha spiegato di come il rapporto con Alemanno sia più distaccato che con Veltroni, il quale era più tifoso e appassionato, ma ha comunque fatto presente di non avere avuto nessun problema con l’attuale sindaco, il quale anzi si è adoperato per trovare lo sponsor Acea che sostituisse Lottomatica. Una precisazione però il Presidente Toti l’ha voluta fare in merito all’annuncio di Alessandro Cochi, delegato allo sport, di un imminente incontro tra Almeanno e l’imprenditore romano, incontro smentito da Toti stesso.
E Il FUTURO DELLA VIRTUS? – Il quasi ex Presidente è stato chiaro sul fatto che nessuno da gennaio ad oggi si è affacciato per comprare la Virtus. “Comprare! Perché sia chiaro che io non voglio svendere la Roma. Prenderò né più né meno di quanto l’ho pagata io 12 anni fa”. La volontà di Toti è comunque quella di cercare di vendere a qualcuno di serio, che voglia veramente aprire un ciclo con la squadra, non vuole correre il rischio di vendere a qualcuno che tra 12 mesi si trovi nella sua stessa situazione. Ha inoltre assicurato che il problema non sarà il ricevere subito i soldi: “Nel basket ho messo così tanti soldi che non è un problema aspettare”. Intanto ha rassicurato che inscriverà la squadra al prossimo campionato, il termine è il 30 giugno, come atto dovuto per chi arriverà, in modo da concedergli più tempo per mettere su la squadra, squadra che però dopo 12 anni non sarà lui a costruire. Il problema è che senza nessuno pronto a intervenire Roma rischia di perdere un pezzo della sua storia sportiva.