Querele e libertà di stampa, Pellegrino parla del Casalese alla Sapienza
di Chiara Baldi
La libertà di stampa, in Italia, è un vessillo sventolato in maniera diversa a seconda che l’autore sia patinato o sconosciuto. Del primo gruppo fa parte Roberto Saviano, che ieri sera è andato in onda insieme a Fabio Fazio su La7 con il nuovo programma Quello che (non) ho. Picco di ascolti, grande entusiasmo e una bella dose di retorica e buonismo. Del secondo gruppo, invece, fanno parte tutti quei giornalisti che ogni giorno lottano per il diritto all’informazione dei cittadini e per non essere affossati dal potente di turno. Ieri, poco prima che andasse in onda la nuova trasmissione di Saviano (che, ricordiamo, da anni vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla Camorra dopo la pubblicazione del suo libro cult, Gomorra), alla facoltà di scienze della Comunicazione della Sapienza di Roma si è parlato proprio di loro, dei giornalisti “sconosciuti” che ricevono minacce e querele per il lavoro che svolgono.
Nel primo appuntamento del ciclo di conferenze Parole e (Anti)Mafie, organizzato da Libera e Link, e che si ripeteranno ogni lunedì fino al 30 maggio prossimo, l’ospite è stato Ciro Pellegrino, co-autore (insieme ad altri 8 giornalisti professionisti campani), del libro Il Casalese, unica autobiografia non autorizzata del Parlamentare Nicola Cosentino. Mediapolitika ha già raccontato la vicenda del Casalese (un milione e 200mila euro, ritiro e distruzione delle copie in vendita è la richiesta che la Famiglia Cosentino ha fatto ai nove autori e alla casa editrice) con ben due articoli: una recensione del libro e un’intervista ad un altro degli autori, Arnaldo Capezzuto.
Pellegrino ha raccontato, ironicamente, come si reagisce alle querele: «cercando di non prenderle, oppure vincendole, oppure facendosele togliere». Questo però, a loro, non è stato possibile, e allora hanno cercato anzitutto di non perdere la calma, imponendosi un selfcontrol che tutelasse loro come giornalisti ma anche il progetto Il Casalese. «In un secondo momento, poi, abbiamo cercato di capire se avessimo fatto degli errori: ma di errori non ne abbiamo fatti, o meglio, quelle piccolissime inesattezze presenti nel libro non erano le stesse per cui i Cosentino ci avevano querelato. E comunque le abbiamo corrette», ha precisato Pellegrino. Infine gli autori e la casa editrice hanno deciso di usare le loro competenze di “addetti alla comunicazione”, e quindi hanno cominciato a far girare la notizia: «curioso – dice Pellegrino – che il primo a scrivere della vicenda del Casalese sia stato El Mundo, quotidiano spagnolo». Un po’ a sottolineare che in Italia si dà voce sempre agli stessi, dimenticando troppo spesso il lavoro dei “meno noti”.
A Pellegrino abbiamo fatto alcune domande per capire a che punto sia la vicenda giudiziaria. Il 5 aprile scorso, infatti, c’è stata la prima udienza, durante la quale il giudice ha predisposto il rinvio al 24 aprile. Nel corso di quella seconda udienza, però, il giudice a cui i Cosentinos si erano rivolti, Anna Giorgia Carbone (della sezione specializzata in materia di proprietà industriale ed intellettuale del Tribunale di Napoli), si è dichiarata incompetente. A questo punto, sarà una sezione ordinaria a dover esaminare il motivo dell’opposizione dell’editore alla procedura d’urgenza, così come stabilito dall’art. 700 del Codice di Procedura Civile.
Ciro, vi sentite fiduciosi dopo queste due udienze?
Noi abbiamo presentato una bella memoria difensiva in cui si dimostra che i presunti sbagli non esistono, o che se esistono sono riconducibili alla verità putativa (la notizia riportata è frutto di un lavoro serio e diligente del giornalista nella ricerca dei fatti esposti, ndr). Cosentino dovrebbe quindi dimostrare non solo che abbiamo sbagliato ma che addirittura lo abbiamo fatto con dolo.
Lo scorso 27 marzo dodici parlamentari appartenenti a molti schieramente politici (Pd, Idv, Fli e Gruppo Misto) hanno sottoscritto un’interrogazione a difesa della libertà d’informazione. Ad oggi, che riscontri avete avuto dal Parlamento?
Nessuno. In realtà non so che riposta possa dare il Parlamento. L’interrogazione è servita più che altro a dire che in Italia abbiamo un problema di libertà d’informazione. Però non sono affatto fiducioso nella risposta della politica: come possiamo chiedere al Parlamento di difenderci quando noi “accusiamo” un parlamentare che lo stesso Parlamento ha deciso di salvare dall’arresto?
Il Casalese ha vinto il Premio Napoli Cultural Classic, assegnato dal Comune di Nola (la cui giunta è di centrodestra, ndr). Oltre ad essere una bella soddisfazione per voi, pensi che possa essere un segno importante affinché i Cosentino ritirino la loro denuncia?
No, assolutamente no. Ma per noi, quello che più conta, più dei Premi e dei riconoscimenti, è che il libro venga letto. E questo per fortuna sta accadendo.
Fonte foto copertina:
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