Race for the cure 2012: a Roma uniti contro il tumore al seno

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 di Sabrina Ferri

Per chi combatte, per chi non ce l’ha fatta, per chi ha vinto, per chi aveva semplicemente voglia di correre o passeggiare, di stare insieme, di sorridere. Sì, sorridere. Perché la Race for the Cure 2012, giunta ormai alla sua XIII edizione, non è stata soltanto una corsa. E’ stata soprattutto un sorriso. Per tutti.

Nel cuore di Roma, presso lo splendido scenario dello Stadio delle Terme di Caracalla, si è conclusa domenica 20 maggio quella che si è rivelata essere, ancora una volta, la manifestazione per eccellenza, organizzata dalla Komen Italia, per la lotta contro il tumore al seno.

Tre giorni dedicati alla prevenzione e al benessere, tra lezioni di ballo e di yoga, stand espositivi, laboratori e visite mediche gratuite. Protagoniste assolute le Donne in rosa, donne forti come rocce che, nel corso della loro vita, si sono ritrovate faccia a faccia con la malattia. Tra queste anche la madrina della Race, Rosanna Banfi, attrice e donna che ha imparato a non vergognarsi di quel male che l’aveva colpita, che ha fatto della sua esperienza un simbolo di rinascita.

Proprio loro, insieme a tantissime altre donne, uomini e bambini, si sono ritrovate domenica, dopo un suggestivo Inno di Mameli suonato dalla fanfara dei Carabinieri, al punto di partenza. Al via, una fiumana di oltre 50.000 persone si è riversata per le strade della Capitale, camminando e correndo, mentre turisti e residenti fotografavano da ogni angolo, cercando di accalappiarsi lo scalino più alto per immortalare quel mare di gente in transito.

Ma è forse l’arrivo il momento più suggestivo. All’interno del Villaggio Race, tra stand, palco, spalti e prati, vengono liberati centinaia di palloncini rosa e blu che, dietro le note di Eh…già di Vasco Rossi, salgono a colorare un cielo ingrigito, quasi come fossero una mano protesa verso chi ha perso la sua battaglia, verso chi non ce l’ha fatta, verso chi oggi non c’è più. Tra quei palloncini si ricorda anche Melissa, vittima innocente di un ordigno fatto esplodere all’entrata di una scuola nel brindisino.

La commozione lascia però presto spazio alla speranza, all’incoraggiamento, al sorriso. Salgono sul palco il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, l’Ambasciatore Americano presso la Santa Sede Miguel Humberto Diaz, la Consigliera della Regione Lazio Isabella Rauti, l’Assessore Provinciale allo Sport Patrizia Prestipino e il Consigliere Delegato allo Sport di Roma Capitale Alessandro Cochi. Ognuno pronto a lasciare il suo messaggio, a sostenere la lotta, ad immaginare un futuro senza più Donne in rosa.

E quel domani chissà che, un giorno, non arrivi davvero. In fondo, per quanto estenuante possa essere una battaglia, si può sempre vincere. Anzi, si deve vincere.

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