LONDRA 2012 – Il minuto di silenzio per ricordare Monaco ’72 accende la polemica
di Pierfrancesco Demilito
Un tempo le Olimpiadi fermavano le guerre, ma nel 1972 furono guerra, odio e morte a invadere il villaggio olimpico. Durante i giochi di Monaco, infatti, un commando di terroristi dell’organizzazione palestinese Settembre Nero fece irruzione negli alloggi israeliani del villaggio, uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. Alla fine un tentativo di liberazione compiuto dalla polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayn e di un poliziotto tedesco.
La richiesta delle vedove – Oggi, quarant’anni dopo, quella tragedia torna d’attualità, in particolare dopo la richiesta di Ankie Spitzer e Ilana Romano, vedove di due vittime israeliane di quella strage, di tenere un minuto di silenzio in occasione della cerimonia inaugurale dei giochi olimpici di Londra. Una richiesta respinta dal Cio. Il comitato olimpico, infatti, ricorderà l’assassinio degli atleti israeliani in una cerimonia che si terrà il prossimo 6 agosto alla Guildhall – il parlamento municipale della City londinese. Ma nessun momento di ricordo si terrà all’interno degli stadi o durante la cerimonia di questa sera.
Il rifiuto del Cio – Il rifiuto ottenuto da Jacques Rogge, presidente del Cio, non ha scoraggiato le due donne che durante una recente conferenza stampa hanno invitato gli spettatori ad “alzarsi in piedi, senza fare rumore” per commemorare il massacro. “Rogge saprà – ha proseguito Ankie Spitzer – che non stanno in piedi per lui ma capirà che sono in piedi per onorare gli atleti assassinati. I nostri mariti sono morti sulla scena internazionale e dovrebbero essere ricordati di fronte a milioni di persone venute a guardare i Giochi, non in un angolo buio”. Per Rogge, però, “la cerimonia di apertura non è l’ideale per una commemorazione di questo tipo” e su questa posizione è stato inamovibile. E’ difficile pensare che sulla decisione non abbia pesato anche il timore di reazioni da parte delle delegazioni arabe e di quella iraniana. Nel 1972, infatti, durante i giochi di Monaco l’Unione Sovietica e gli Stati Arabi, ad esclusione della Giordania, non osservarono la disposizione di mettere le bandiere a mezz’asta.
Le aperture del mondo arabo – Paradossalmente, però, qualche apertura è arrivata proprio dal mondo arabo. Milad Agila, team leader della legazione libica, ha dichiarato nei giorni scorsi: “L’Olimpiade è la festa dei popoli e della pace. Quindi noi del comitato olimpico della Libia siamo assolutamente favorevoli all’idea di fare un minuto di silenzio durante la cerimonia di apertura per ricordare le vittime israeliane di Monaco”. Dichiarazioni più distese rispetto alle scorse Olimpiadi sono giunte anche da Teheran. Pur non facendo nessun riferimento al minuto di silenzio, il capo della missione iraniana a Londra, Bahram Afsharzadeh, ha spiegato che gli atleti del suo paese gareggeranno senza problemi anche contro gli israeliani. Spesso, infatti, sia durante i giochi di Atene che di Pechino, gli atleti dell’Iran avevano abbandonato la competizione pur di non gareggiare contro gli atleti d’ Israele.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente americano, Barack Obama, che ha partecipato alla raccolta firme che chiedeva il minuto di silenzio durante la cerimonia inaugurale, ma da Rogge è arrivata una risposta ferma e secca: “prestiamo attenzione alle raccomandazioni della politica, ma non dobbiamo seguirle alla lettera”.