LONDRA 2012 – A spasso per Londra, alla vigilia dei giochi olimpici
di Roberto D’Amico
Londra, pochi giorni prima dell’inizio delle Olimpiadi. E’ una città calma, pacata, in pieno stile inglese quella che si presenta agli occhi degli ormai migliaia di turisti che la stanno invadendo da settimane per assistere alla XXX edizione dei Giochi Olimpici.
Insistono i lavori, i ritocchi finali che la renderanno perfetta sotto gli occhi dei riflettori di tutto il mondo. Ma Lei già lo sa, ha in se la consapevolezza di chi vanta la più antica rete metropolitana del mondo, la più estesa d’Europa, ben 460 km di linea, seconda solamente al recente impianto di Shanghai.
Ogni cosa, passando tra Carnaby Street, Oxford Street e Covent Garden sembra gridare: “Venite, siamo qui pronti per accogliervi”. Striscioni, bandiere ovunque, richiami agli imminenti giochi si susseguono in quello che sembra il preludio a due settimane di festa e divertimento.
Organizzazione – Sono 200 le nazioni qualificate a questi giochi, per un totale di 302 competizioni suddivise in 26 sport e di circa 10.500 atleti partecipanti.
La maggior parte degli spazi dove verranno disputati gli incontri e le competizioni si trovano in tre zone all’interno di Greater London, la meglio nota “Zona 1”: si tratta della zona olimpica, della zona del fiume e della zona centrale. In aggiunta a questi ci sono le sedi che, per necessità logistiche, sono al di fuori dei confini della Greater London, come il Weymouth and Portland National Sailing Academy sulla Isle of Portland, nel Dorset, che ospiterà gli eventi di vela, a circa 125 miglia (200 km) a sud-ovest del Parco Olimpico. Il torneo di calcio, uno dei più attesi dal popolo inglese, sarà allestito presso diversi stadi in tutto il Regno Unito. Molte delle strutture che verranno utilizzate invece erano esistenti già prima della candidatura di Londra come sede ospitante delle Olimpiadi del 2012: Wembley Stadium, Wembley Arena, All England Lawn Tennis and Croquet Club, Lord’s Cricket Ground, The O2 Arena, Earls Court Exhibition Centre, Weymouth and Portland National Sailing Academy, e ExCeL Exhibition Centre. Solo per citarne alcune.
Paragone impossibile – Per un italiano, un romano, in vacanza a Londra in un momento “sportivamente magico” è impossibile non fare un parallelo con la mancata possibilità di vedere Roma ospitare i Giochi del 2020. Eppure, sedendosi su una panchina di Hyde Park (e pensando con profondo rammarico allo stato di Villa Borghese), è facile capire l’impossibilità della cosa. La Capitale non è mai stata e mai sarà in grado di ospitare le Olimpiadi con lo spirito con cui la sta affrontando Londra. Nonostante le polemiche, che fanno parte della natura “depressa” dell’uomo, gli inglese hanno sostenuto con lucidità e tranquillità prima il Giubileo della Regina Elisabetta ed ora si trovano a fare i conti con i Giochi. Pensare a Roma, con due linee di metro affollate e non sempre agibili, una B1 dagli infiniti punti interrogativi, una cartina stradale piena zeppa di X dovute a lavori, cantieri, cambi di senso di marcia e strade chiuse, fa venire un triste sorriso sulle labbra. Mi dissero una volta: siamo schiavi della nostra storia e della nostra maestà. Una schiavitù che rischia di trasformarsi in una tomba sociale. God Save the Queen.
foto di Roberto D’Amico