Oriente e Occidente, la Via della Seta in mostra al Palazzo delle Esposizioni

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di Elena Angiargiu

Un viaggio suggestivo alla scoperta di merci pregiate, idee e saperi, dalle lontane terre d’Oriente all’Europa, che prefigura una sorta di globalizzazione ante litteram capace di permeare culture e civiltà diverse, attraverso un percorso espositivo che rievoca atmosfere esotiche del passato e riesce ad affascinare ancora oggi. È quanto attende i visitatori della mostra “Sulla Via della Seta. Antichi sentieri tra Oriente e Occidente”, ospitata nel Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 10 marzo 2013, curata da Mark Norell e organizzata dall’American Museum of Natural History di New York con l’Azienda Speciale Palaexpo e Codice. Idee per la Cultura.

La Via della Seta – Tra il tra il VII e il XIV secolo d.C., una fitta rete di vie commerciali, ma anche un’intensa migrazione di saperi, tecniche e conoscenze rende possibile l’incontro tra Oriente e Occidente. Grazie ad una preziosa merce di scambio, la seta, si crea un circuito mondiale dei traffici che coinvolge Europa, Medio Oriente, Persia, Asia Centrale, India, Indonesia e Cina.

Nelle sette sezioni in cui articola la mostra sono esposti più di 150 manufatti originali tra tessuti, opere d’arte, statuine, oggetti, mappe, ricostruzioni, pannelli interattivi e multimediali che testimoniano in Oriente l’influenza di culture e stili stranieri nella vita quotidiana, dalla musica, alla guerra e all’arte, fino alla religione, con l’espansione del buddhismo che nel 500 d.C. conta già due milioni di seguaci in Cina e l’introduzione, ad opera di mercanti arabi, dell’islamismo con la sua forte spinta innovativa.

Città carovaniere – Centri nevralgici della Via della Seta, a cui la mostra dedica altrettante sezioni, sono la cosmopolita Chang’an, odierna Xi’an; Turfan, città-oasi del deserto del Taklamakan; Samarcanda, cuore della civiltà sogdiana e Baghdad, centro intellettuale del mondo islamico. Dalla ricostruzione di un karez, sistema d’irrigazione artificiale sotterraneo che trasforma Turfan in un fiorente centro urbano, ai pannelli dedicati alla produzione della carta a Samarcanda, che segna l’inizio dell’era della scrittura, della lettura e dell’apprendimento, per passare ad importanti scoperte scientifiche, come l’astrolabio e l’orologio ad acqua di epoca abbaside, fino al modello di sambuco d’altura, barca leggera sui cui viaggiavano i marinai delle terre islamiche, emerge tutta la vivacità degli scambi commerciali favoriti dall’intensificarsi dell’attività mercantile che sino alla fine del Medioevo animava le rotte marittime verso l’Asia.

La mostra offre un percorso visivo, olfattivo e sonoro che racconta frammenti di vita di singoli protagonisti e storie di interi popoli. È il caso del testamento di Marco Polo, illustre viaggiatore veneziano autore de “Il Milione” che, nelle sue ultime volontà, rende libero Pietro, il suo schiavo Tartaro o ancora della lastra tombale della figlia di un mercante genovese, Caterina De Ilionis, prima e unica donna italiana che con certezza visse in Estremo Oriente durante il Medioevo.

A colpire il visitatore, per gli oggetti e i documenti che testimoniano i progressi tecnologici dell’epoca, è l’allestimento dedicato a Baghdad, capitale del mondo islamico fondata nel 762 d.C. e soprannominata “città della pace”, luogo d’incontro per studiosi, scienziati e filosofi, custode di saperi da tutto il mondo.

L’Italia e l’Oriente – Una sezione, realizzata in esclusiva per l’esposizione italiana, approfondisce il rapporto di alcune città italiane, soprattutto Venezia e Genova, con l’estremo Oriente all’epoca dell’impero mongolo (XIII-XIV secolo). In quella che viene ribattezzata “globalizzazione del lusso”, la manifattura serica italiana conosce uno dei periodi di massimo splendore. Ne è la prova la selezione di prodotti di velluto, con la produzione della seta che nel corso del Trecento acquista un’autonomia crescente rispetto ai prodotti asiatici e la ricca esposizione di panni tartarici, tra i quali spicca il Telo di San Ranieri, manufatto risalente alla prima metà del XIV secolo, singolare rielaborazione tutta italiana delle stoffe asiatiche in seta e filati metallici, che riporta anche una delle prime attestazioni della lingua volgare.

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2 thoughts on “Oriente e Occidente, la Via della Seta in mostra al Palazzo delle Esposizioni

    1. Gentile Antonella, La ringrazio per la precisazione. Oltre ai laboratori per scuole e famiglie, invito, quindi, i lettori a consultare anche il programma della rassegna cinematografica “A Oriente!”.

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