“Dolce attesa per chi?” A teatro la maternità nella precari_età

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Bianca è una trentenne precaria nel lavoro e nell’amore. Ha un contratto “a progetto” ma progetta di avere un contratto; sogna il marito ideale, ma è innamorata di un “cervello prossimo alla fuga”. E allora, cosa accade se inizia a desiderare un figlio ed una famiglia? Nasce in Bianca una vera e propria diatriba fra la testa e la pancia, un confronto spietato e surreale fra la sua parte più razionale e positiva e quella più istintiva e cinica.
DOLCE ATTESA per chi? è una commedia teatrale brillante, in scena dal 15 al 25 novembre alle Fonderia delle Arti di Roma che attingendo da dinamiche sociali e quotidiane racconta con ironia e sarcasmo, la condizione di tante giovani donne che oggi vorrebbero intraprendere il percorso della maternità. Un percorso spesso tortuoso, fatto di difficoltà che si incontrano non solo dopo il parto, ma fin dall’inizio, quando si comincia anche solo ad ipotizzare la cosi detta “dolce attesa”. La pièce, diretta da Marco Maltauro ed interpretata da Giada Prandi e Cristiana Vaccaro, racconta proprio questa fase cruciale e delicata di cui non si parla abbastanza.
Oggi gran parte delle coppie italiane tra i 30 e i 40 anni si interrogano sul dilemma fondamentale della loro vita: fare un figlio si o no? La risposta a questa cruciale domanda, ovviamente, avrà un forte impatto sulla vita delle future madri e dei loro compagni: momenti di paura, sconcerto, solitudine e pericolosissimo nervosismo. La paura di non essere all’altezza, l’insicurezza data dalla precarietà del lavoro e dall’inesistenza di una rete sociale adeguata, provoca soprattutto nella donna un senso di malessere che normalmente viene mascherato e non metabolizzato, ma affiora, serpeggia, influisce su scelte e stati d’animo.
Lo spettacolo si snoda tra una serie di interrogativi quotidiani da cui scaturiscono risate amare e considerazioni sulla vita di una donna alle prese con le sue paure e le incertezze. Si può fare un bambino con un compagno ricercatore precario che medita l’espatrio? Meglio rimanere o no? Cosa fare se non si hanno dei nonni a disposizione?  Come conciliare il desiderio di maternità con il lavoro?
Il progetto nasce sulla scia del grande riscontro dello spettacolo “Post Partum” dove la stessa autrice Betta Cianchini trattava il tema della depressione post gravidanza conosciuta anche come maternity blues.
“La mole di messaggi e testimonianze di donne (e non solo) che hanno raccontato le loro tragicomiche avventure mi hanno dato lo spunto per studiare e nel mio caso anche ricordare, cosa avviene prima del grande giorno!” – spiega l’autrice che per il progetto DOLCE ATTESA per chi? ha indagato qual è nel 2012 il rapporto che la donna ha con il proprio desiderio di maternità. Un desiderio troppo spesso represso, ignorato o accantonato per cause di forza maggiore. Il progetto è sostenuto dall’Associazione Vita di Donna Onlus, dal blog genitoriprecari.it e dal Cipsal (Centro Italiano di Promozione alla salute).

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