Ilva di Taranto. Sondaggio: ti convince il decreto varato dal Governo?

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La scorsa settimana il Governo, dopo aver incontrato le parti sociali, l’azienda e le autorità locali, ha varato il decreto legge che irrompe, con l’intento di risolverla, nella vicenda dell’Ilva di Taranto.

“Non è un decreto salva Ilva, ma salva ambiente, salute e lavoro” ha detto il presidente Monti, in conferenza stampa, presentando il decreto che trasforma in legge la recente Aia concessa all’azienda dal Ministero dell’Ambiente. Contrariamente a quanto disposto dalla magistratura tarantina, il decreto consente la ripresa della produzione a condizione che contemporaneamente si avvii la bonifica. Una bonifica che costringerà il gruppo Riva a investire circa quattro miliardi in due anni nello stabilimento tarantino.

A vigilare sulla attuazione della bonifica sarà un garante, nominato direttamente dal Presidente della Repubblica, che potrà infliggere all’azienda multe che possono arrivare fino al 10% del fatturato annuo. Non solo, in considerazione dell’interesse
strategico nazionale dello stabilimento, il decreto prevede anche che, in caso di inosservanza delle prescrizioni, l’azienda perda il controllo dello stabilimento. Insomma, una sorta di esproprio che spalancherebbe le porte alla nazionalizzazione dell’impianto.

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5 thoughts on “Ilva di Taranto. Sondaggio: ti convince il decreto varato dal Governo?

  1. Scusate, ma dopo più di una decina d’anni che lo stabilimento lavoro “in questo modo” solo in questi mesi spunta tutto ciò?
    Io lo vedo come l’ennesimo caso di qualche magistrotto di farsi carriera, cercando cause prestigiose.
    Se poi credete veramente a ciò che si sente/legge, beh allora parliamo per partito preso.

  2. Non sono convinto di quello che il governo ha fatto nellapprovazione del decreto “salva Ilva”, perchè solo così si puo definire e non come lo ha definito il presidente Monti. Di salva ambiente e salute non c’è traccia (al momento), di salva lavoro (che pure è importantissimo) ne ha almeno le caratteristiche.
    Mi pongo solo una domanda: se dovesse risultare incostituzionale, tutto il governo cosa intende fare? Dimettersi per incapacità? Secondo il mio modesto parere il governo rischia veramente grosso con “l’imposizione” di questo decreto. In altricasi simili ma più piccoli nè l’Arpa, nè il governo nè il piccolo comune di competenza ha consentito di produrre ad aziende in condizioni quasi simili (prima bonifichi poi lavori).E nemmeno le penali mi convincono: dano l’impressione di un tentativo di esproprio senza compenso.

  3. il governo non puo’ espropriare nulla perche’ sarebbe una violazione della proprieta’ privata in quanto non ha partecipazione nell’ILVA puo’ soltanto multarla con una megamulta cercano di convincerci che saranno vigili sulla faccenda comunque come possono entrare in conflitto due poteri dello stato e’ una cosa che solo in Italia riusciamo a fare!

  4. Certamente non è stata una decisione facile. Nello stesso Governo, credo, non tutti erano convinti. Tra il dover salvare il reddito di di circa 50 mila famiglie (si dice, comprese le altre fabbriche e l’indotto che dall’ILVA dipende) e la salute di una intera città, il compromesso per quanto tragico e doloroso era inevitabile. Ora non resta che cominciare da SUBITO e CONTEMPORANEAMENTE ad attuare tutte le bonifiche ambientali necessarie, per ripristinare una vivibilità in quell’area ed è certamente la parte più difficile. E’ qui che il Governo mette in gioco la sua credibilità anche ricorrendo ai più duri interventi che la legge gli consente se la Proprietà, cioè i Riva, che con l’Ilva si sono arricchiti, non facessero quanto è loro obbligo.

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