Mancio e il suo City: quando i petrodollari non fanno la felicità

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di Giovanni Fabbri

Derby allo United- Roberto Mancini perde anche il derby di Manchester. I padroni di casa rimontano uno svantaggio di due reti, doppietta di un grande Wayne Rooney, con i gol di Yaya Tourè e Zabaleta ma capitolano nei minuti di recupero a causa di una rocambolesca punizione di Van Persie che, dopo una deviazione, tocca il palo e finisce in rete. Il City of Manchester Stadium è ammutolito e la squadra di Mancini scivola a meno sei dai cugini, diretti rivali per il titolo. Una grande partita dunque che regala spettacolo, gol ed emozioni ,confermando l’altissimo tasso tecnico del campionato inglese, e mette ancor più in difficoltà Roberto Mancini. Il Mancio sarà inevitabilmente, ancora una volta, il principale bersaglio della critica sulle prime pagine dei quotidiani inglesi. La sua squadra infatti, dopo aver abbandonato il palcoscenico della più importante competizione europea, comincia ad accusare un pesante ritardo anche in campionato.

I limiti del City- Una squadra che non sembra avere una vera identità tattica. Un collettivo che, non riescendosi ad esprimersi come tale, si aggrappa alle invenzioni dei suoi tantissimi uomini di talento che spesso però non sono sufficienti ad avere la meglio su avversari di pari livello. Lo dimostrano i risultati ottenuti proprio in Champions League. Lo scorso anno il City è uscito al primo turno, non riuscendo a mettere in mostra il grande potenziale della sua rosa. Quest’anno le cose però sono andate ancora peggio. Gli uomini di Mancini non solo sono stati eliminati nel girone eliminatorio, ma sono stati la peggior squadra inglese di tutti i tempi nella massima competizione europea, nessuno infatti aveva fatto soltanto 3 punti punti nel girone di qualificazione. Lo scorso anno poi è arrivato il trionfo in campionato, un successo sofferto che, mancando da tantissimi anni, ha regalato gioie e soddisfazioni ai tifosi, celando la delusione per la precoce eliminazione dall’Europa. Quest’anno dunque, per placare gli animi della critica, Roberto Mancini dovrà bissare il successo dello scorso anno, ma lo United di questa stagione è un’avversario sicuramente più quadrato e con un Van Persie in più. Quasi sempre si dice che bastano i milioni ed i campioni per vincere i titoli, Mancini sta dimostrando che non è sempre così, per trionfare ad altissimi livelli serve anche una grande organizzazione tattica. I petroldollari non sempre fanno la felicità.

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