Precari della PA, Patroni Griffi: “Impossibile stabilizzazione di massa”

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di Fabio Grandinetti

C’è una notizia buona e una cattiva. O meglio. Le notizie non sono due, ma una sola, e come spesso accade, se buona o cattiva dipende da chi la legge. «È impossibile pensare a una stabilizzazione di massa per i 260mila precari della Pubblica Amministrazione». A pronunciare queste parole è stato il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione Filippo Patroni Griffi lo scorso mercoledì in un’audizione alla commissione Lavoro della Camera. Il ministro è entrato poi nel dettaglio, descrivendo la composizione interna di un vero e proprio esercito di precari nella Pubblica Amministrazione: 130mila nella sanità, 115mila negli enti locali e 15mila nelle amministrazioni centrali. Numeri di un fenomeno, quello della precarizzazione dei lavoratori della P.A., che, «legato anche al blocco del turn over», costituisce un grave «problema che si è accumulato nel corso degli anni». «Ogni soluzione deve essere graduale», ha affermato il ministro, secondo il quale una stabilizzazione di massa porterebbe a «un blocco delle assunzioni di giovani per molti anni». L’intenzione del governo, dunque, è innanzitutto quella di «mandare a regime una norma già varata dal precedente governo – che prevede – una riserva di posti costante nei concorsi ad esame per il personale, con contratti a termine, che abbia maturato esperienza triennale nella P.A.». Inoltre, ci sarà «la possibilità per le P.A. di rinnovare i contratti di lavoro a termine anche oltre il termine dei 36 mesi previsto, sulla base di criteri definiti in sede di accordo collettivo».

La cattiva notizia è rappresentata, indubbiamente, dal successivo annuncio di Patroni Griffi: «abbiamo proiezioni di ulteriori 3.000 eccedenze di personale per un totale quindi di 7.300 per effetto di altri due decreti uno sull’Inps e l’altro su 24 enti parchi».

I sindacati hanno reagito prontamente alle parole del ministro. La Cgil ha parlato di un Patroni Griffi in «stato confusionale» sui precari, per i quali è stato chiesto un intervento urgente capace di garantire loro prospettive più solide. Ma le parole del ministro non hanno fatto in tempo ad animare il dibattito pubblico prima di venir spazzate via dalla crisi di governo in corso. Con ogni probabilità, però, la dichiarazione d’intenti di Patroni Griffi sarà ripresa da chiunque gli succederà a capo del Ministero della pubblica amministrazione. Esuberi e continuità nel processo di precarizzazione.

Ma allora cosa c’è di buono? L’esclusione categorica da parte del ministro di una stabilizzazione di massa implica, forse, una stabilizzazione quantomeno parziale. Resterà da vedere in che misura, ma presumibilmente una parte dei 260mila precari può sperare in un miglioramento della propria condizione contrattuale. Per merito o per “buona sorte”, qualcuno vedrà ripagati i propri sforzi al servizio della cosa pubblica. In tempi di crisi e di spending review anche la speranza è una buona notizia.

 

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