Che succede quando un calciatore vuole fare l’avvocato?
di Cristiano Checchi
Colantuono stesso ha scritto la parola fine sabato pomeriggio inserendo Stendardo nella lista dei convocati della sfida di ieri contro la Juventus. Ma il caso del calciatore futuro avvocato ha comunque generato perplessità. Martedì l’Atalanta era di scena all’Olimpico di Roma, per la sfida contro la squadra di Zeman valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia, tutta la rosa a disposizione tranne Guglielmo Stendardo, che nonostante fosse stato convocato non era partito per Roma, bensì per Salerno, dove doveva sostenere l’esame di Stato da avvocato.
Adesso sembra tutta acqua passata, ma ai microfoni di Sky Sport 24 il tecnico romano qualche giorno fa non la pensava così: “Ci sono dei regolamenti, noi siamo a disposizione dell’Atalanta, siamo dei professionisti ben pagati. A volte si possono fare delle deroghe, come già successo con Stendardo, ma stavolta la situazione era delicata”. Il tecnico ha così catalogato la prova di Stato per diventare avvocato. È vero che è una prova che è prevista ogni anno, ma arrivare a catalogarla come “situazione delicata” per l’impegno in Coppa Italia è forse troppo. L’errore di Stendardo sarebbe stato quello di aver chiesto il permesso troppo a ridosso degli impegni sportivi. Adesso la considerazione viene facile, senza voler cadere nella retorica o nei facili luoghi comuni, ma in un mondo, e quello del calcio ci rientra a pieno diritto, da cui non arrivano sempre messaggi positivi, qualche volta si potrebbe anche avere la lungimiranza del capire che se un calciatore che sta studiando deve andare a fare l’esame più importante della carriera da studente lo potrebbe fare senza costruirci su casi del genere. Che insomma, non è così brutto il messaggio che arriva ai giovani, quello che comunque si può studiare e giocare a pallone. Petrucci, il Presidente del Coni, ha così commentato la situazione: “Il calcio a volte si prende troppo sul serio, di fronte a una specializzazione come l’esame d’avvocato come si può dire che c’è il contratto? Si può punire un ragazzo solamente perché ha esercitato un suo diritto? Ben ha fatto Stendardo”.
Dal canto suo Stendardo ora spera di diventare un esempio per i giovani. Le storie di calciatori-studenti sono poche, e chissà, forse se l’esame di Stato fosse capitato in una normale settimana, magari durante una sosta per le nazionali, alla storia di uno dei pochi studenti, e poi calciatori, non sarebbe stata data tutta questa visibilità. Quando si dice… non tutti i mali vengono per nuocere.