Ossigeno per l’Informazione ai giornalisti candidati: che fare su minacce, abusi e querele?

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da Ossigeno per l’Informazione

I problemi della libertà di stampa che attendono risposte e soluzioni dalla prossima legislatura. La brutta pagella dell’Italia. I nodi da sciogliere

OSSIGENO – Roma, 13 febbraio 2013 – Ai giornalisti candidati nelle varie liste per concorrere alle elezioni politiche  Ossigeno rivolge dieci domande sulle questioni nodali dell’informazione.

I quesiti riguardano i problemi da affrontare per fare rientrare l’Italia nel novero dei paesi in cui la stampa è libera, fra i paesi nei quali minacce, intimidazioni e subdole forme di pressione nei confronti dei giornalisti sono fatti sporadici. I paesi fondatori dell’Europa comunitaria, tutti i paesi a Nord delle Alpi, fanno parte di questa nobile categoria, guidata dalla Norvegia e dalla Finlandia. L’Italia invece è in serie B, perché la libertà di l’informazione subisce varie limitazioni. La situazione è descritta dai seguenti fatti:

1- dal 2006 ad oggi, a causa del loro lavoro oltre 1300 giornalisti , hanno subito minacce, intimidazioni, querele pretestuose e altri gravi abusi che secondo la legislazione vigente non si configurano come illeciti o reati ma impediscono la libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione;

2- la diffamazione a mezzo stampa è ancora un reato penale punibile con il carcere e alcune norme consentono un uso intimidatorio della querela e delle richieste di risarcimento danni.

3- il pluralismo dell’informazione, soprattutto in campo televisivo, è limitato dalla concentrazione delle proprietà editoriali, dall’insufficiente regolazione dei conflitti di interessi fra politica ed editoria.

4- il servizio pubblico di informazione radiotelevisiva è assoggettato al controllo dei partiti e ciò ne consente un uso di parte che contraddice la sua funzione di interesse generale.

5- tutto ciò determina l’esteso oscuramento di informazioni di rilevante interesse per i cittadini e limita la loro possibilità di esercitare il diritto, fondamentale in ogni democrazia, di concorrere alle decisioni con scelte basate sulla conoscenza dei fatti.

6- i severi e ripetuti richiami dell’ONU, delle autorità europee, del Consiglio d’Europa e dell’OSCE ad allineare le leggi italiane sulla stampa agli standard internazionali sono rimasti inascoltati;

7- nel 2009 l’istituto indipendente Freedom House ha classificato l’Italia fra i paesi in cui la stampa è parzialmente libera. Il declassamento è stato confermato a ottobre del 2012. Le ultime graduatorie internazionali indicano l’Italia al 72.mo posto su 197 paesi: dietro Israele, Cile, Namibia, Guyana, Hong Kong, e seguita da Benin, Sud Africa, Timor Est .

8- il 24 gennaio 2013 il Consiglio d’Europa ha deciso di verificare se le norme italiane soddisfano i requisiti dell’articolo 10 della Convenzione Europea sui Diritti Umani (l’articolo che difende la libertà di espressione) e se le riforme in materia radiotelevisiva approvate in questi anni (modifiche alla Legge Gasparri (sistema tv) e la Legge Frattini sul conflitto d’interessi) soddisfano i rilievi mossi dal 2005 in poi.

9- il 29 gennaio 2013 Reporters Sans Frontieres ha pubblicato la nuova classifica mondiale della libertà di stampa, in cui l’Italia viene indicata fra i paesi con “problemi sensibili” , al 57.mo posto su 179 paesi, dietro l’Ungheria e prima di Hong Kong.

LE  DOMANDE  DI OSSIGENO AI   GIORNALISTI   CANDIDATI

 1. Graduatorie internazionali. Secondo alcuni autorevoli osservatori internazionali, in Italia la libertà di stampa subisce limitazioni che non hanno eguali nei paesi fondatori dell’Europa comunitaria e nei paesi occidentali avanzatiPer Freedom House la libertà di stampa in Italia è “parziale”. Reporters Sans Frontieres mette l’Italia fra i paesi nei quali l’informazione ha “problemi sensibili”, e la colloca al 57.mo postoin una graduatoria di 179 nazioni. Lei avverte queste limitazioni? Le considera un problema da affrontare?

2Conflitto di interessi. Ritiene necessario regolare il conflitto d’interessi fra politica ed editoria con norme più incisive, al fine di arricchire il pluralismo e la concorrenza? In particolare, ritiene necessario sancire in modo più preciso, non aggirabile, l’incompatibilità fra proprietà editoriale ed incarichi politico istituzionali?

2a. Priorità. A suo avviso questa riforma è una priorità della prossima legislatura?

3Legge per proteggere i giornalisti. Che cosa pensa della richiesta di vari organismi internazionali, condivisa da Ossigeno, di una legge per proteggere i giornalisti dal condizionamento realizzato con minacce, violenze, ritorsioni e abusi del diritto?

4Ostacolo all’informazione. L’articolo 21 della Costituzione stabilisce la libertà di espressione. Ritiene che sarebbe utile introdurre sanzioni specifiche contro chi, mediante violenza o abuso del diritto, ricorra ad atti e comportamenti volti a comprimere il diritto di cronaca e di critica?

4a. Aggravante. Che cosa pensa dell’ipotesi di prevedere una aggravante per i reati commessi con la finalità di limitare la libertà di stampa?

5Carcere. Secondo l’ONU e i principali fori internazionali, punire il giornalista ritenuto colpevole del reato di diffamazione a mezzo stampa con il carcere è eccessivo e ha un effetto lesivo sulla libertà di espressione. Condivide questa valutazione?

6Depenalizzazione. È favorevole alla depenalizzazione del reato di diffamazione a mezzo stampa?

7Rettifica. Lei sarebbe favorevole a rendere obbligatoria la richiesta della rettifica, quale condizione di procedibilità in sede giurisdizionale?

8Blogger. Cosa pensa dell’ipotesi di una legge per disciplinare il reato di diffamazione online?

9Accesso agli atti. Ritiene che l’Italia debba adottare una normativa per consentire ai cittadini l’accesso agli atti della pubblica amministrazione, sull’esempio del Freedom of Information Act americano?

10. Giornalisti minacciati. Nel 2012 l’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione ha verificato e segnalato le vicissitudini di 324 giornalisti italiani che hanno subito minacce, intimidazioni, gravi abusi. Nel 2011 erano stati 324. Nel primo mese del 2013 sono stati 60. Da parlamentare intende cercare soluzioni a questo problema? Pensa che il Parlamento e il Governo se ne dovrebbero occupare? Pensa che i giornali dovrebbero parlarne di più?

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