Si è spento Hans Jeppson: l’indementicato Banco ‘e Napule

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di Giovanni Fabbri

Si è spento a 88 anni Hans Jeppson, attaccante simbolo nel calcio degli anni Cinquanta. E’ passato alla storia per il suo acquisto da parte di Achille Lauro, presidente del Napoli e sindaco della città, nel corso dell’estate del 1952 per 105 milioni di lire, una cifra choc che gli fece guadagnare il soprannome di ‘o Banco ‘e Napule.

Di quella somma 75 milioni andarono all’Atalanta, società proprietaria del cartellino, i rimanenti 30 furono invece il suo ingaggio triennale. Un attaccante che non era solamente un giocatore di calcio, ma uno sportivo a tutto tondo. Appassionato di tennis al punto da iscriversi al Tennis Club Napoli appena arrivato in Campania. Un trasferimento, quello al Napoli, che lo svedese aveva fortemente voluto. Raccontò infatti che si era innamorato della città partenopea da subito, da quando passò di li con l’Atalanta, durante il viaggio per una trasferta in Sicilia. Disse che era rimasto immediatamente colpito dai colori e dall’odore del mare, respirando l’aria di Napoli riusciva a sentirsi a casa. Il suo paese d’origine infatti, Kungscapa, si affacciava sul mar del nord e la pesca era l’attività più praticata. La sua nuova avventura cominciò bene. Quarto posto azzurro e 14 reti che furono sufficienti per diventare il nuovo idolo dei tifosi. La stagione successiva però fu ancor più soddisfacente sul piano personale, 20 reti che però non spinsero gli azzurri oltre il quinto posto in classifica. Gli anni seguenti furono invece piuttosto deludenti, non solo per la squadra, ma anche per il carro armato svedese.  Chiuse il campionato 1954-55 con sole 10 reti segnate, costretto a saltare 10 partite a causa di alcuni fastidiosi infortuni. Da questo momento cominciò a pensare di abbandonare Napoli per recarsi da qualche altra parte a chiudere la carriera, le offerte d’altronde non gli mancavano. A tal proposito il presidente gli propose Roma come destinazione, entrambe le romane avevano presentato delle offerte. Lui però rifiutò e cominciò un’altra, questa volta l’ultima, stagione napoletana. Il suo rendimento non fu esaltante così come quello della squadra. Quattordicesimo posto in classifica e soli 8 centri per l’attaccante.

Ormai come detto il sole di Napoli per lui aveva smesso di brillare. Il rapporto con il viscerale presidente Lauro finì per compromettersi nonostante non sia mai stato eccelso negli anni precedenti. Due personalità troppo differenti. Freddo e riservato l’attaccante, passionale ed estroverso invece il Presidente. Così durante l’estate del 1956 Jeppson fu ceduto al Torino. Disputò una sola stagione con i granata segnando 7 reti in 19 partite. Riuscì a togliersi però una piccola soddisfazione anche con il Torino segnando una doppietta nel derby vinto per 4-1 contro la Juve. Finita la stagione si ritirò dall’attività agonistica. A soli 32 anni appese gli scarpini al chiodo perché non voleva vedere la sua forma fisica peggiorare a causa degli anni. Oggi lo ricordiamo con un sorriso e con quello strano soprannome che per sempre lo renderà unico nel cuore dei tifosi napoletani, ciao “Banco di Napoli”.

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