Cohousing: nuove frontiere del vivere insieme ed in modo sostenibile
di Mario Mormile
“Coabitare”, così suona in italiano, un termine che assume una moltitudine di significati nel campo urbanistico e che messi assieme, formano a tutti gli effetti un modello di sviluppo abitativo virtuoso e un fenomeno che registra una crescita rilevante negli ultimi tempi.La spiegazione di questo successo ha delle ragioni piuttosto plausibili, visto che il cohousing viene incontro ai bisogni abitativi, economici e anche etici di molte famiglie.
I primi esperimenti sono da rintracciare in Danimarca negli anni ’70, poi nel corso degli anni, buoni sviluppi si sono avuti in Olanda, negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Australia e nei paesi scandinavi; l’Italia purtroppo, ha conosciuto solo poche esperienze in questa direzione, tuttavia, proprio in questi giorni, sta nascendo il primo caso di cohousing pubblico in Italia. Come ci spiega Inti Bertocchi del Comune di Bologna, il progetto presenta l’innovativa caratteristica di essere stato lanciato proprio da un soggetto pubblico, infatti il cohousing tradizionale tende a svilupparsi in forme private.
A cura dello studio Diverserighe e con la partecipazione della ACER (Azienda Casa Emilia-Romagna) il progetto verrà avviato nel corso del 2013, accanto al quale prenderanno parte delle vere e proprie “selezioni” tra gli inquilini, aiutati da facilitatori che ne cureranno anche l’indispensabile fase di formazione, costruendo insieme il gruppo finale e le regole comuni.
Inutile dire che il successo del progetto passa attraverso la cooperazione e la flessibilità tra i partecipanti, che unita al basso costo di locazione e di gestione delle spese, fanno del cohousing un modello abitativo molto adatto ai giovani. Come ci tiene a sottolineare ancora Inti, tali forme di convivenza, nei pochi progetti in ambito italiano, presentano una preziosa caratteristica che ne garantisce una certa unicità in ambito internazionale, laddove i progetti di cohousing rimangono semplicemente al servizio dello sviluppo urbanistico, in Italia trovano anche una importante connotazione sociale.
Ma cerchiamo di spiegare meglio di cosa si tratta visto che il cohousing è ancora un oggetto sconosciuto ai più: la sua natura caratteristica è quella di condurre dei nuclei familiari, in genere compresi fra le 20 e le 40 unità, a vivere in uno spazio comune, attraverso un percorso partecipato di progettazione in un contesto dove una serie di servizi e beni vengono condivisi fra tutti, contribuendo a diminuire sensibilmente i costi, ma non solo, i componenti del progetto condividono anche dei principi etici, ambientali, orientati al risparmio e all’ottimizzazione nell’uso delle risorse.
La prima fase è quella relativa alla scelta dei partecipanti, che è aperta, ma raggiungere la scrematura necessita dei tempi tecnici che passano attraverso una fase di selezione, una sorta di “vicinato elettivo” che si accompagna alla scelta del luogo, che può essere già esistente o da costruire da zero. Infine va realizzata la progettazione degli spazi e dei servizi che saranno condivisi tra tutti e regolati attraverso una “carta dei valori” su cui definire le priorità generali.
Più nel concreto tali spazi comuni che si affiancano alle unità abitative private, possono essere orti, palestre, magazzini, la lavanderia, sale per attività, deposito biciclette, biblioteche e laboratori, a cui si aggiungono una serie di servizi utili come gruppi di acquisto solidale, utilizzo di auto condivise, servizio baby-sitter, utilizzo di attrezzature, corsi didattico-ludici e altro ancora.
Tali beni e servizi aumentano la cooperazione tra le famiglie e contribuiscono fortemente a consolidare il senso di comunità, ciò determina diversi vantaggi, che vanno dal risparmio economico alla condivisione di buone pratiche e scambio di conoscenze, il tutto ha come conseguenza un minore impatto sull’ambiente e la creazione di nuovi spazi e forme di aggregazione, non solo riservate agli inquilini ma anche agli abitanti esterni, più in generale un produttivo sviluppo di una società che riesce a rafforzarsi attraverso il dialogo ed il reciproco sostentamento.