Roma. L’Università di Tor Vergata presenta una mostra su Pavel Florenskij
di Cristiano Checchi
‘Nulla va perduto. L’esperienza di Pavel Florenskij’, sarà questo il tema della mostra itinerante che prenderà il via il 14 marzo e che durerà fino al 22. La location sarà il luogo da dove tutto ha preso vita, la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma Tor Vergata. La presentazione avverrà il 14 marzo alle ore 15:00 nell’Aula Moscati della facoltà, a intervenire saranno Lubomír Žák, curatore della mostra e professore di Storia della Teologia alla Pontificia Università Lateranense, Yvonne zu Dohna, professoressa di Storia dell’Arte alla Pontificia Università Gregoriana e Giuseppe Malafronte, studioso ed esperto di Florenskij.
L’idea – Il progetto di mettere su una mostra itinerante, dedicata alla vita di Florenskij nasce con la semplicità con cui un gruppo di amici può organizzare anche una semplice vacanza. Ovviamente non è proprio così facile, un evento del genere comporta impegno e fatica, ma l’interesse di un gruppo di amici e studenti, accomunati dal desiderio di approfondire e far conoscere la figura di Pavel Florenskij, ha dato vita a quello che sarà un importante appuntamento per tutti: studenti, studiosi o semplici curiosi. La mostra, senza svelare troppo ai futuri visitatori, sarà composta da 34 pannelli, ognuno conterrà una parte di testo in cui è descritta la vita e il pensiero di Florenskij con ovviamente immagini, dalle foto ai dipinti o alle icone, che lo riguardano.
Chi è Pavel Florenskij? – Nato a Evlach, in Russia, il 9 gennaio del 1882 Florenskij è sicuramente una della figure più particolari, poliedriche e significative della storia contemporanea. Un personaggio storico, un uomo che non ha rinunciato a vivere ogni avvenimento donando tutto se stesso per ciò che riconosceva vero e autentico. Un poliedrico dicevamo, uno che scriveva, dettava e correggeva instancabilmente, giorno e notte, progettando di continuo nuovi interventi, sia in campo scientifico che in campo teologico. Appunto scienza e teologia, due mondi sulla carta distanti che lui però considerava due sfere vitali dell’esistenza. Un personaggio che attraverso il suo studio non può far altro che dar vita a domande sul nostro tempo e sulla nostra stessa vita, con in più, magari, la voglia di seguire qualche suo messaggio: “tutto ciò che fate, fatelo affinché neanche un solo istante della vostra vita vi scorra accanto senza un senso o un contenuto”.