Nazionale. Balotelli crea, Buffon conserva: l’Italia vince a Malta
di Marco Milan
C’era da aspettarselo ed è puntualmente accaduto. La bella Italia ammirata la scorsa settimana in amichevole contro il quotato Brasile ha lasciato il posto ad una squadra supponente e svogliata al cospetto del piccolo ed inoffensivo Malta che, come spesso accade alle cenerentole che affrontano la nazionale italiana, davanti al proprio pubblico fa un figurone. Nella vittoria per 2-0 c’è poco da ricordare e da tenersi stretto: tanto per cominciare il risultato, 3 punti che rafforzano il primato degli azzurri nel girone, in virtù anche del pareggio tra la Danimarca e la Bulgaria, la più diretta inseguitrice dell’Italia in classifica (3 punti da recuperare, ma coi bulgari che hanno disputato una partita in più). Note liete sono poi Mario Balotelli, autore della doppietta che ha determinato il risultato finale e sempre più leader di questa giovane squadra, nonché Gianluigi Buffon, il capitano azzurro, che ha impedito ai maltesi di pareggiare nel primo tempo quando uno svarione di Bonucci aveva costretto lo stesso portiere a mandare il centravanti avversario per le terre causando un calcio di rigore; l’estremo difensore della Juve, però, non si faceva impressionare e andava a respingere il tiro dagli undici metri. Per il resto va detto che si è vista la solita Italia delle qualificazioni mondiali o europee, ovvero poco gioco, poche idee, freno a mano quasi sempre azionato, avversari improbabili che si tramutano improvvisamente in ostacoli insidiosi là dove di insidie se ne scovano davvero poche. Prandelli dice che l’importante era vincere. Vero, ma si può anche vincere meglio. Alcune scelte, inoltre, sono apparse curiose ai più, come quella, ad esempio, di lasciare a casa un centrocampista di qualità e peraltro in un ottimo momento di forma come Alberto Aquilani, per far posto a Giaccherini che, come gli capita costantemente da quando indossa l’azzurro, è apparso impalpabile e privo di guizzi.
Insomma l’Italia torna da Malta con il primato del girone sempre più saldo, ma con la consapevolezza di aver fatto un piccolo passo indietro sul piano della prestazione rispetto alla gara col Brasile. Il 7 giugno in Repubblica Ceca gli uomini di Prandelli saranno chiamati a rispondere con più piglio e personalità davanti ad una nazionale, quella ceca appunto, che si troverà di fronte l’ultima spiaggia per un disperato tentativo di aggancio al treno per Rio de Janeiro, anche se la sveglia sembra essere suonata per loro un po’ troppo tardi.