Corea del Nord: una minaccia sotto/sopra-valutata?

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di Alessanda Vitullo

Nonostante minacci il mondo con testate nucleari, il dittatore Nord coreano, Kim Jong-Un, non sembra affatto spaventare gli internauti, che attraverso i social network, hanno già trovato il modo di ridicolizzare il suo aspetto, tutt’altro che minaccioso, in decine di pagine web umoristiche.

Ricostruire la biografia Jong-Un è un complicato lavoro di selezione tra i rumors e quelli che sono i fatti reali della vita del giovane Dittatore. A cominciare dalla sua età: mai ufficializzata e che per la tradizione del regime comunista nordcoreano deve restare un segreto, che conferisce al Dittatore in carica un’aurea di divinità. Quasi certamente Jong-Un dovrebbe avere 30 anni, da compiere o compiuti, certamente nel mese di gennaio; il primo gennaio, è diventato, infatti, festa nazionale in Corea, per celebrare simbolicamente il mese di nascita dell’Imperatore.

Figlio di una cantate d’opera, Ko Young-hee e del dittatore Kim Jong-il, ultimo di tre figli; il giovane Jong-Un ha studiato in Svizzera, fino al 2000, anno in cui è rientrato in Corea del Nord, per continuare la sua formazione presso la Kim Il-sung Military University. Dopo la morte di suo padre, avvenuta nel 2011, Jong-Un diventa il più giovane capo di stato al mondo. A designarlo come successore, sarebbe stata però sua madre, nell’anno della sua morte, avvenuta nel 2004; nomina che ha sconvolto tutti i calcoli dei politologi internazionali, che fino ad allora avevano dato come favoriti, i due fratelli maggiori: Kim Jong-chol e Kim Jong-nam.

Le prime immagini del giovane Dittatore che hanno fatto il giro del mondo lo hanno ritratto sorridente insieme al giocatore di basket del Nba, Dennis Rodman, o tenendosi per mano con la moglie Ri Sol Ju. Anche la loro storia d’amore assume oggi i toni della leggenda. Ri Sol Ju, secondo alcune voci, sarebbe infatti una cantante Nord coreana, appartenente alla classe media, che già in adolescenza frequentava Jong-Un. Proprio a causa delle sue modeste origini, però, Jong-il l’avrebbe allontanata dal figlio e dalla Corea del Nord in generale. Rientrata successivamente in patria si dice che la coppia ora abbia anche due figli.

Oggi, l’immagine del sorridente e paffuto Dittatore nordcoreano, è sostituita da quella dei minacciosi missili già posizionati nella costa est della Corea del nord. Ricordiamo che nel febbraio scorso, la Corea del Nord aveva eseguito il terzo test nucleare, violando i divieti delle Nazioni Unite, le quali avevo deciso di conseguenza di sanzionare ulteriormente la Corea del Nord, inasprendo le già pesanti restrizioni economiche a cui il paese è sottoposto. Nel frattempo, Pyongyang aveva accusato gli Usa di eseguire esercitazioni militari nella Corea del Sud, nel tentativo di scatenare una guerra nucleare contro il Nord; e così la tensione tra le due le due Coree e gli Stati Uniti è andata crescendo di giorno in giorno, fino ad arrivare all’attuale posizionamento delle armi balistiche.

Ma la complicata situazione geopolitica tra le due Coree non è solo storia dei nostri giorni. Dal 1945, con la sconfitta del Giappone, inseguito alla seconda guerra mondiale, la Corea viene artificialmente divisa lungo il 38esimo parallelo, negli attuali due Stati, spartiti secondo le due sfere di influenza dettate dallo schema della Guerra fredda (Usa-Urss). Successivamente, lo scoppio della guerra di Corea, tra il 1950 e 1953, si conclude con un armistizio, che in realtà non si è mai tradotto in trattato di pace, quindi ufficialmente i due stati risulterebbero ancora in conflitto. La “coreicità” resta, così, un forte elemento culturale nello spirito nazionale di entrambi gli Stati, fatto non solo di rivalità, ma anche di tentativi di riunificazione. Basti pensare al grande centro industriale di Kaesong, nevralgico nodo produttivo per entrambi i Paesi ed, infatti, il primo ad aver risentito dell’inasprirsi delle tensioni tra le due Coree. Kaesong dava lavoro a più di 50 mila operai nordcoreani e a centinaia di dirigenti e ingegneri sudcoreani.  Qui vi lavoravano ben 123 aziende sudcoreane, sfruttando il know how e la manovalanza a basso costo nordocoreana.

Ma ritornando alla minaccia nucleare: secondo la CIA la Corea del Nord sarebbe in possesso di meno di 10 testate nucleari e anche se la Corea ha condotto tre test nucleari sotterranei, nel 2006, nel 2009 e nel 2013, non è confermato che Pyongyang sia davvero in grado di armare i missili e lanciarli, non disponendo né di sottomarini, né di aerei in grado di condurre un efficace attacco dal cielo.  Più in generale gli analisti americani e quelli cinesi, almeno nelle versioni ufficiali, concordano sul fatto che le minacce nordcoreane abbiamo il solo intento di portare la tensione ai massimi livelli, per poi aprire un tavolo ufficiale di trattative e magari sbloccare l’isolamento del regime, che sta collassando sulle restrizioni economiche imposte dalle Nazioni Unite.

A spaventare Seul e Washigton sembrerebbero, infatti, non tanto il potenziale, quanto le imprevedibili intenzioni del giovane Dittatore. Ultimamente la propaganda delle televisioni di Stato trasmette, infatti, un video che mostra la folla in visibilio per la visita di Jong-Un al sito dove, nel 2010, è stato lanciato un missile nella Corea del Sud , e altri video che mostrano la distruzione della Casa Bianca, sopra le note di We are The World.

Al momento si resta in attesa di vedere ciò che accadrà il prossimo 15 aprile, giorno dell’anniversario della nascita di Kim II-sung, leader del Partito dei Lavoratori Comunisti, fondatore, nel 1948, della Corea del Nord e nonno di Jong-un. La devozione del nipote nei confronti del nonno potrebbe infatti far diventare il 15 aprile il giorno ideale per far partire l’attacco nordcoreano; devozione che sarebbe talmente alta da spingere addirittura Jong-Un a sottoporsi periodicamente ad interventi chirurgici facciali per aumentare le somiglianza col nonno. Leggenda, o preoccupante realtà?

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