Champions League. Entra Messi e il Barcellona si salva. Psg fuori a testa alta

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di Cristiano Checchi

Se Leo Messi non esistesse staremmo parlando probabilmente di un quarto di finale di Champions diverso, probabilmente anche di un calcio diverso. Quello che il doppio confronto tra Barcellona e Paris Saint-Germain ci lascia in eredità è la conferma che senza Messi in campo il Barcellona è una grande squadra, ma che con la pulce argentina quella grande squadra si trasforma in una grandissima squadra.

Quando nella sfida a Parigi Messi uscì lasciò il suo Barcellona sopra 1-0, senza la pulce la sfida finì sostanzialmente 2-1 per Ibra e compagni (2-2 risultato finale). Al Camp Nou questa stasera si è assistito più o meno allo stesso copione. Il Barca forte del 2-2 ha cercato di gestire nel suo solito modo, ossia attaccando, finendo però con l’offrire troppo spesso il fianco alla squadra di Ancelotti. Quando Pastore ha centrato l’imbucata giusta, grazie a un doppio scambio con Ibrahimovic, tutti hanno capito che l’unica speranza per risolvere i problemi sedeva, neanche troppo comodamente, in panchina. Messi è entrato, non ha fatto nulla di speciale  (nulla che dalla sua classe non ci si aspetti) e ha toccato si e no una decina di palloni in totale. Al terzo però ha dribblato due uomini appoggiato per Villa, che è stato bravissimo a tenere palla in mezzo a due e ad appoggiare per Pedro, il quale non si è fatto pregare e ha scaricato un grande sinistro in porta. È l’azione del gol qualificazione, c’è lo zampino di Messi, che non facendo nulla di trascendentale, corricchiando, a causa dell’evidente ritardo di condizione, ha dato quello che mancava a un gruppo di giocatori comunque stratosferici: la consapevolezza e la tranquillità necessaria per riprendere una partita giocata male e che stava scivolando via. E’ questa la forza dell’uomo squadra, della guida che quando presente rende più forti e più sicuri i compagni. Non sono pochi a pensare che per liquidare il “fenomeno” Messi basti etichettarlo come figlio del “barcellonismo”; molte volte, forse troppe, si è sentito dire che è il Barcellona a fare grande Messi, e non viceversa. Ecco, una volta di più l’argentino ha dimostrato che è vero anche il contrario.

Il Psg vicino all’impresa – In questa sfida di ritorno gli uomini di Villanova non hanno trovato un Milan arrendevole (che però Messi se l’è sorbito tutti e 90 i minuti), ma un Psg forte e determinato, ordinato in campo che ha giocato alla pari contro i marziani nella loro tana. Pastore a inizio ripresa ha concretizzato quanto già fatto di buono nel primo tempo, quando purtroppo per i  francesi Ibra e Lavezzi non sono riusciti a perforare una difesa che ha comunque ballato più volte. Il gol dell’ex Palermo ha stordito gli avversari e sempre l’argentino ha fallito l’occasione per fare il clamoroso 2-0. L’eliminazione quindi non inficia quanto fatto di buono dai transalpini, che con la sapiente regia del giovanissimo Verratti e con lo strapotere fisico di Lucas hanno giocato una grandissima partita. È mancato l’acuto in zona gol di Ibra (problema atavico nelle sfide da dentro o fuori per lo svedese), ma il grande ex è entrato nell’azione del gol ed è stato comunque utile ai compagni. La difesa, retta dal solito monumentale Thiago Silva, non ha sofferto troppo, concedendo qualcosa, come è normale che sia quando attaccano Iniesta, Pedro, Villa più Dani Alves o Jordi Alba dalle fasce. Non si sa se il futuro di Ancelotti sarà ancora all’ombra della Tour Effeil, ma la sensazione è che, con la sua guida, questa è una squadra che avrà veramente bisogno di poco per poter vincere in Europa.

Se il Psg studia per diventare grande, il Barcellona studia per restarlo. Quella conquistata questa sera è la sesta semifinale consecutiva per una squadra che quindi non sembra esaurirsi, neanche dopo l’addio di Guardiola. Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Real Madrid sono avvisate.

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