Ciclismo. Liegi – Bastogne – Liegi, Martin sorprende i big
Non c’è due senza tre. La regola vale anche nel ciclismo. E così dopo le vittorie a sorpresa di Kreuziger all’Amstel Gold Race e di Dani Moreno nella Freccia Vallone, arriva il successo altrettanto inatteso alla Liegi-Bastogne-Liegi dell’irlandese Daniel Martin. Il nipote di Stephan Roche – ex ciclista, autore nel 1987 di una storica accoppiata Giro-Tour – ha trionfato nella 99° edizione della Doyenne, precedendo sul traguardo di pochi secondi lo spagnolo Joachim Rodriguez, e l’altro iberico Alejandro Valverde, vincitore qui nel 2008. Grande deluso il campione del mondo Gilbert, che ha ceduto di schianto negli ultimi chilometri – solo settimo alla fine – terminando con un impietoso zero la sua campagna di conquista delle classiche del Nord.
GLI ITALIANI- Migliore degli azzurri, Michele Scarponi piazzatosi 5° e in corsa fino all’ultimo per la vittoria finale: “Non sono deluso, anche perché ho dimostrato di essere competitivo in una gara così importante. A Saint Nicolas mi sono mosso io primo, sono contento della condizione in vista del Giro“. Vincenzo Nibali invece non ce l’ha fatta nel momento topico, risentendo probabilmente del notevole sforzo fatto al Giro del Trentino: “Senza la Roche aux Faucons è cambiata la Liegi, nelle salite c’era più ritmo. Stavo bene ma non avevo l’esplosività che ci vuole in queste gare. Quando mi sono reso conto di non poter vincere ho lavorato per Gasparotto, ma è stata una gara diversa, anche Gilbert ha sofferto nel finale”.
GARA SOTTO CONTROLLO– La corsa vive nella parte iniziale su una fuga di sei uomini: Veuchelen, Jerome, Armee, De Clercq, Lang e Fumeaux. La prima scrematura del gruppo big – niente di eccezionale – avviene sulla tradizionale accoppiata di cote, Stockeu e Haute Levée. Sulla Redoute (poco meno di 40 all’arrivo), monumento della Doyenne, si chiude la fuga ed iniziano le manovre dei big, con conseguente cambio del ritmo. Scarponi e Cunego provano ad incendiare la corsa: Il marchigiano dà i primi segnali con un paio di scatti, il veronese entra in un drappello con un Fulgsang (uomo di Nibali), Bardet, Lopez, Rui Costa, Ted Dam, Fedrigo, Losada. Niente da fare però, perché Gilbert mette i suoi uomini a ricucire lo strappo e ci riesce.
LO SPUNTO DI MARTIN- Su un falsopiano che precede la temibile cote di Saint Nicholas Ryder Hesjedal approfitta del rilassamento del gruppo e parte all’attacco. Il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia, sfruttando le sue doti di passist,a guadagna fino a 30 secondi, ma poi la sua azione perde vigore quando la strada inizia a salire. Sull’ultima asperità di giornata si scatena infatti la vera battaglia: Betancour parte all’inseguimento del canadese, Scarponi, Rodriguez, Daniel Martin e Valverde rispondono all’attacco e così in cima alla cote si forma un sestetto che di fatto si giocherà la corsa. Ai 1200 metri finali, sulla salitella verso l’arrivo di Ans, scatta Rodriguez, subito inseguito prima da Scarponi e poi con maggior fortuna da Daniel Martin, che acciuffa lo spagnolo proprio a 500 metri dal traguardo e parte in contropiede, senza venir più ripreso. “Non posso crederci, sono davvero sotto shock”, commenta il vincitore. “Non ho mai visto la squadra andare così forte, mi ha protetto tutto il giorno e mi sentivo come se corressi una delle gare più semplici mai fatte. E’ davvero incredibile, sono felicissimo”.
Giuliano Corridori