Sessanta giorni senza Governo – Il nuovo Ministro dell’economia Saccomanni

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di Francesco Galati

Sessanta giorni sono bastati per riuscire a eleggere un nuovo Presidente della Repubblica e a istituire un Governo, non si è ancora ben capito se si tratterà di un governo di scopo oppure di un “…animale fantastico, mitologico, con molte teste ma un solo cervello con due emisferi separati: quello destro è Berlusconi che sarà prescritto, quello sinistro la finanza internazionale che spolperà l’Italia. Un club dei mostri, una famiglia Addams che ubbidisce allo schioccar di dita della BCE e delle agenzie di rating” per dirla alla Grillo.
Enrico Letta ha accettato il difficile incarico di portare avanti questo Governo, eletto, non si è capito bene da chi e forse con le idee ancora un po’ troppo confuse.
La frase detta da Grillo è certamente di forte impatto e di sicuro effetto come sempre quando si parla di dichiarazioni del leader del M5S, però tutto sommato è una frase che lascia aperti interessanti spunti di riflessione. 

Chi è Fabrizio Saccomanni?
Saccomanni è un tennico (ricordate Stefano Benni e il suo Bar Sport?) ex DG della Banca d’Italia e uomo di Mario Draghi.
Il curriculum studi ci racconta di una laurea alla Bocconi e un perfezionamento avvenuto con un Master a Princeton, New Jersey.
Saccomanni sostituisce Grilli alla guida del ministero dell’economia portando, si spera, un vento di rinnovamento.
Storicamente uno degli uomini più fidati di Mario Draghi, con un’impostazione molto keynesiana (ossia uno Stato molto presente nell’economia), rispetto al suo predecessore Grilli, monetarista e molto vicino alle politiche germaniche di austerity (più volte criticate sulla scena internazionale, a ragion veduta).
Saccomanni potrebbe portare al rinnovamento necessario al Paese per cominciare un lungo e duro processo di risalita fatto non soltanto di caccia alle streghe e sensazionalismi.
Saccomanni lascia libera una poltrona importante per salire su una di maggior prestigio ma sicuramente più scottante, sembrerebbe che Berlusconi fosse contrario alla sua elezione viste le simpatie con il PD ma la facilmente immaginabile linea diretta con Mario Draghi ha sciolto la riserva, forse per una volta si è pensato davvero al paese e un po’ meno agli interessi della casta.

Una sfida impegnativa – La sfida che aspetta Saccomanni è di quelle grosse, tirare fuori dal baratro l’economia del paese, senza un appoggio chiaro da parte delle parti politiche e con delle deadline non chiare, un clima che rispecchia l’incertezza che vive l’Italia e i suoi cittadini, anche se potrà farsi forte di un alleato importante.

Non ci resta che sperare nella serietà e professionalità di questo esecutivo, del rieletto Presidente della Repubblica e dei cittadini stessi che dovrebbero forse smettere di subire la politica e non limitarsi a seguire qualche slogan.

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