Niente è eterno… neppure Sir Alex Ferguson sulla panchina del Manchester United
Già la scomparsa del senatore a vita Giulio Andreotti aveva scosso chiunque sia convinto dell’esistenza di persone, storie o rapporti destinate a durare in eterno. Ieri l’annuncio del ritiro di Sir Alex Ferguson avrà costretto anche i più accaniti sostenitori di questa teoria ad ammettere che, su questa terra, tutto ciò che comincia prima o poi finisce.
Nessuna vita umana così come nessun rapporto terreno è destinato ad avere una durata eterna. Ieri, 8 maggio 2013, è arrivato l’annuncio ufficiale di una separazione a cui tutti gli appassionati di calcio ormai non pensavano neanche più. Da qualche anno non si discuteva più dell’eventualità che lo United potesse cambiare allenatore, così come nessuno prendeva in considerazione il ritiro di quello che nel corso degli anni è diventato il manager dei Red Devils per eccellenza. Dalla prossima stagione Alex Ferguson non sarà più l’allenatore del Manchester United, una notizia shock che, annunciata dalla società inglese tramite il proprio sito ufficiale, in poche ore ha fatto il giro del mondo. Si ritira dunque l’allenatore più vincente della storia del calcio. Infinito il suo palmares che dal novembre del 1986, anno del suo arrivo sulla panchina dei “diavoli rossi”, conta 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea, 2 Coppe Intercontinentali, 13 Campionati inglesi, 5 Coppe di Inghilterra e 4 Coppe di Lega.
Una lista infinita grazie alla quale il tecnico scozzese ha ottenuto la fiducia incondizionata dello United guadagnandosi un posto in prima fila nella storia leggendaria del club più vincente d’Inghilterra. Una persona che, nei sui 27 anni di permanenza al Manchester, ha dimostrato non solo di essere uno dei più grandi maestri di calcio di sempre, ma anche una delle figure più limpide dal punto di vista umano. Caratteristiche che gli hanno permesso di restare su una panchina così importante nonostante per il primo successo ci siano voluti 3 anni a mezzo (Coppa d’Inghilterra 1990). Il suo carattere, talvolta burbero, spesso testardo, lo ha portato anche a scontrarsi con molti suoi colleghi o calciatori. L’episodio più famoso in questo senso risale al 2003 quando, dopo una sconfitta all’Old Trafford contro l’Arsenal negli ottavi di Coppa d’Inghilterra, Sir Alex, furioso con i suoi per la prestazione non sufficiente, lanciò uno scarpino colpendo in pieno volto il simbolo della squadra David Beckham. Un gesto che finirà su tutte le pagine dei giornali e che non fu altro che il preludio della rottura tra il centrocampista inglese e lo United. L’anno dopo Beckham passò al Real Madrid con un trasferimento plurimilionario. Più recente invece è l’accesa discussione con Roberto Mancini durante i minuti finali del derby di Manchester della scorsa stagione. La partita fu vinta dal City di Mancini, l’episodio più discusso fu però il litigio tra i due manager che con gesti plateali si facevano segno di parlare di meno durante il match. Episodi che testimoniano quanto il tecnico scozzese sia sempre stato attaccatissimo ai risultati, segreto di una carriera tanto vincente, ma che non hanno mai offuscato la sua immagine. Nonostante i litigi e le incomprensioni, infatti, Ferguson è sempre stato pronto al chiarimento e non ha mai compromesso definitivamente il rapporto con i suoi calciatori o i suoi colleghi. La stima di coloro che lavorano nel mondo del calcio nei suoi confronti è massima. La testimonianza di questo è arrivata proprio ieri direttamente dal web, tantissimi sono stati i messaggi di calciatori ed ex calciatori arrivati via twitter. Incredulo Paul Ince, ex attaccante dello United: “Non troveranno più un altro come lui, perché quello che lui ha fatto è inimmaginabile”. Owen invece si considera “un privilegiato ad essere stato allenato ad lui”. Insomma un addio accolto da tutti con un misto di delusione ed incredulità, proprio come accade per le storie lunghe, lunghissime, capaci di dare l’impressione di poter durare in eterno. Ma siamo sulla terra, qui niente è infinito, neppure Sir Alex al Manchester United.
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Giovanni Fabbri