Ciclismo: Giro d’Italia, Nibali resiste agli avversari e al maltempo

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Flagellata dal maltempo la terribile due giorni sulle Alpi occidentali ha detto meno di quanto ci si aspettava. Nibali si è confermato il padrone assoluto del Giro, controllando con efficacia i rari attacchi degli avversari. Nessuno sembra in grado di impensierirlo. Il Giro è nelle sue mani.

BARDONECCHIA – La tappa con l’arrivo in salita allo Jaffreau  si è trasformata in qualcosa che va oltre una corsa ciclistica.  Pioggia battente su tutta la corsa, neve all’arrivo in quota con temperature vicine allo zero, nuvole basse e visibilità ridottissima con gli elicotteri rimasti a terra, hanno ben presto reso la tappa un calvario per l’organizzazione, gli operatori e i corridori. La prima ha dovuto cambiare il percorso, per evitare il passaggio sul Sestiere sul quale non c’erano le condizioni per garantire la giusta sicurezza ai corridori. I secondi non hanno potuto svolgere il loro consueto lavoro, data l’impossibilità di trasmettere in diretta la tappa, causa il maltempo. I terzi hanno trovato delle condizioni atmosferiche proibitive e sono arrivati al traguardo letteralmente stremati.

La tappa se l’è aggiudicata Mauro Santambrogio, l’unico a reggere il ritmo di Nibali nell’erta finale. La maglia rosa ha saggiamente lasciato la tappa al capitano della Vini Fantini, che potrà rivelarsi un alleato prezioso nel proseguo del Giro. Evans ed Uran, i diretti inseguitori della maglia rosa hanno accusato un ritardo di 30 secondi.

GALIBIER – Il tempo è stato inclemente anche nella tappa che prevedeva lo sconfinamento in Francia e l’arrivo in salita per la prima volta nella storia del Giro d’Italia sul mitico Col du Galibier, cima storica del Tour de France.  Purtroppo l’appuntamento con la storia è stato rinviato perché non è stato possibile giungere fino ai 2645 del Galibier, ma ci si è dovuto accontentare di far arrivare la carovana rosa 4 km prima, ai 2301 de Les Granges du Galibier, dove c’è un monumento in ricordo di Marco Pantani, che proprio su questa salita fu autore di una delle imprese più memorabili del ciclismo moderno. Per onorare la memoria di Marco, non poteva non vincere un italiano e il privilegio è andato a Giovanni Visconti, che per uno scherzo del destino è nato lo stesso giorno del compianto ciclista di Cesenatico. Il siciliano, andato in fuga sul Monceniso, è riuscito a resistere al ritorno degli uomini di classifica, trionfando così in solitaria. Indubbiamente è stato favorito dalla poca voglia di darsi battaglia dietro:  gli unici a guadagnare una decina di secondi sulla maglia rosa sono stati Niemec, Maika e Betancour, scattati a ridosso del traguardo. A Nibali, ovviamente, va bene così.

Giuliano Corridori

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