Il presidente dell’Arcigay scrive a Davide, il gay diciassettenne che chiede di “esistere”

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Davide è un ragazzo gay di 17 anni che nei giorni scorsi ha scritto una lettera a Repubblica in cui chiede semplicemente il “diritto ad esistere”. A questo giovane ha risposto, sempre attraverso le pagine del quotidiano, la presidente della Camera, Laura Boldrini. Ma le risposte a Davide sono state molte e noi oggi vogliamo dare spazio, a quella pubblicata sul sito dell’Arcigay, dal presidente dell’Associazione LGBT italiana, Flavio Romani.

Caro Davide,

oggi sono stato ai funerali di Don Andrea Gallo a Genova. Don Andrea era un uomo che con infinita saggezza ha saputo unire la sua fede e il suo ruolo all’interno della Chiesa a una conoscenza e comprensione profonda del mondo e di tutti gli uomini. Don Gallo diceva “L’amore è un dono di Dio. Quando c’è l’amore non ci può essere niente di sbagliato, quindi rispettate i gay, gli eterosessuali e i trans”.

Queste parole sono agli esatti antipodi del suicidio avvenuto a Parigi, lo scrittore che odiava gli omosessuali è stato lui stesso vittima di questa follia maligna che chiamiamo omofobia e che ha finito per divorare uno dei suoi divulgatori.

Non c’è nulla di sbagliato in te, né c’è in te nulla da riparare, come vorrebbero farti credere tanti falsi terapeuti, subdoli divulgatori dello stesso odio del suicida francese.

Caro Davide, sei stato fortunato a nascere gay.

Così come sono fortunate tutte le persone omosessuali, bisessuali e trans, tutte portatrici di una diversità rispetto alla maggioranza che arricchisce e rende migliore la società in cui viviamo. E di questo devi essere orgoglioso. La nostra sfortuna sta semmai nel vivere in un paese che si rifiuta di capire la bellezza dell’amore anche quando questo amore è fra due uomini o due donne.

Ti posso però dare una buona notizia, nonostante vaste sacche di intolleranza l’Italia è molto meglio di quanto possa sembrare: certamente più accogliente e inclusiva di dieci o venti anni fa.

A restare ostinatamente sorda e ottusa è solo la classe politica che ci governa. Una classe politica incapace di vedere il carico di sofferenza che tu hai messo nella tua lettera, la stessa sofferenza di milioni di altre persone in questo paese, e che verrebbe attenuata se solo si percepissero segnali concreti da parte delle istituzioni. Una legge contro l’omofobia e una azione culturale e sociale adeguata contro le discriminazioni non è chiedere la luna, ma è cercare di portare anche il nostro paese fra i paesi civili.

Su una cosa ti sbagli. Non devi chiedere commiserazione o carità cristiana. Devi esigere a gran voce dignità e rispetto. E uguaglianza nei diritti. A cominciare dal diritto di sposare la persona che ami e con cui vuoi vivere per la vita. Anche facendo nascere o crescere dei figli, perché ne hai la capacità, non meno di quanto ce l’abbiano le persone eterosessuali.

Caro Davide, devi essere fiero di ciò che sei, ti auguro di trovare in te stesso la forza per urlarlo al mondo, e per reclamare i tuoi diritti a viso aperto e a testa alta. Sappi che non sei solo in questa lotta per un mondo migliore, che renderà più felice la tua vita e la vita di milioni di gay, lesbiche e trans italiani.

Flavio Romani
Presidente Arcigay – Associazione LGBT italiana

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