Re Carlo vestito di bianco: presentazione in grande stile per Ancelotti al Real Madrid

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Un giorno chiesero a Jacques Villeneuve se in Formula Uno contasse più il pilota o l’automobile: lui rispose che solitamente il pilota migliore finisce a guidare la macchina migliore. E’ quanto si augurano oggi i tifosi del Real Madrid, la squadra più prestigiosa del mondo, che da oggi ha il suo nuovo timoniere: Carlo Ancelotti.

Il tecnico di Reggiolo ha firmato un contratto di tre anni ed è stato presentato in pompa magna al Santiago Bernabeu, accolto dai volti storici del club: il presidente Florentino Perez in primis, ma poi Zinedine Zidane (che andrà in panchina assieme a Carlo), Emilio Butragueno che tra l’altro fu acerrimo nemico in campo di Ancelotti nelle epiche sfide di Coppa Campioni tra Milan e Real Madrid a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90. Si è presentato parlando un semplice ma chiaro spagnolo, Ancelotti: “Sono qui per vincere e per giocare un calcio spettacolare – ha detto subito – ma non fatemi domande di mercato perchè è prematuro parlarne”. E poi sul sogno/incubo dei blancos, la decima Coppa Campioni che da undici anni attendono in città: “E’ un onore per me avere questo obiettivo, ma non sento questa pressione. A Madrid c’è pressione così come in altri posti, dico solo che è bellissimo poter allenare questi campioni, come Ronaldo, così come in passato ho potuto allenarne altri altrettanto bravi”.

Il Real Madrid ha chiamato Ancelotti perchè ha visto in lui l’unico allenatore in grado di coniugare calcio offensivo ed equilibrio tattico, ricordando il suo primo Milan allenato, con quattro numeri 10 in campo contemporaneamente (Pirlo, Seedorf, Rui Costa e Rivaldo) più un centravanti (Inzaghi o Shevchenko), supportati da un portatore d’acqua come Gattuso a centrocampo e da una difesa solida. E’ questo ciò che a Madrid vorrebbero che Ancelotti ricreasse, possibilmente vincendo, possibilmente sopravanzando il Barcellona che negli ultimi anni ha lasciato ai bianchi in camicia solo le briciole o poco più. Ancelotti ha accettato la corte del Real, invece, perchè in fondo al Real non si può dire di no, perchè dopo Italia, Inghilterra e Francia sognava un’avventura spagnola, perchè intrigato dal poter essere l’uomo della storia, colui che porta il Real alla conquista della decima Coppa dei Campioni, e perchè alla fine dopo due anni ed un campionato vinto, il Paris Saint Germain e il noioso campionato francese iniziavano a stargli stretti con tutto il rispetto per i dobloni dello sceicco. Ancelotti ha vinto in Italia (Milan), in Inghilterra (Chelsea) ed in Francia (Psg, appunto), ma soprattutto ha un palmares europeo (tutto rossonero) da far invidia, con due Coppe Campioni conquistate, una finale giocata e persa, un’altra semifinale, più un paio di Supercoppe Europee, così come un contorno saporito che accompagna il piatto forte. E’ già nell’olimpo del calcio, ha polso, carattere ed esperienza per riportare quell’ordine che a Madrid manca da troppo tempo.

Che l’avventura abbia inizio, che in Spagna inizino a ricordare che anche gli italiani ci sanno fare col pallone.

di Marco Milan

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