The Lone Ranger – Una Rivisitazione del mitico West targata Disney
di Annalisa Gambino
Dopo il successo dei tre Pirati dei Caraibi e del film d’animazione Rango – vincitore nel 2012 del premio Oscar come miglior film di animazione, Gore Verbinski richiama all’ordine la squadra della fortunata trilogia, formata dagli stessi sceneggiatori, e prodotta da Jerry Bruckheimer. Il nuovo kolossal disneyano per famiglie ricalca la figura del giustiziere solitario senza macchia e senza paura reso popolare da una serie televisiva americana degli anni cinquanta.
John Reid, interpretato da Armie Hammer, è un uomo di legge che, vissuto ed educato in città, torna nel west per dare la caccia ad uno spietato bandito, Butch Cavendish, un azzeccato cattivissimo William Fichtner. Nel bel mezzo dell’arresto del criminale suo fratello maggiore, il ranger Dan Reid rimane ucciso. Dopo questo episodio spetta a John fare giustizia e vendicare il fratello diventando un paladino della legge. Nel suo percorso John si scontra fortuitamente con l’indiano (Johnny Depp) detto Tonto – e il nome già dice tutto sul personaggio.
La linea narrativa è semplice: due personaggi, due storie convergenti che girano intorno alla costruzione della ferrovia transamericana nel territorio degli Cheyenne.
Le rocambolesche avventure della strana coppia di eroi insuperabili costellano la vicenda aggiungendo un tocco di humor grazie all’interpretazione stranita e buffa di Tonto. Tuttavia un Johnny Depp poliedrico, dalla battuta sempre pronta, non basta ad alleggerire la visione che, a conti fatti, risulta prolissa, eccessivamente lunga e abbastanza scontata. Certo, se c’è qualcosa che più di ogni altra appare azzeccata in The Lone Ranger è proprio la sua vena demenziale che ”impreziosisce” la storia che non si prende sul serio. Il film ridicolizza certi consolidati scenari del western americano. Se, per la prima metà, la storia viene costruita in maniera tale da far convergere più o meno tutto verso la vendetta, situazione dopo situazione questa tematica viene gradualmente accantonata, per poi dare libero sfogo al nonsense.
Quello che maggiormente colpisce è la capacita di mantenere un discreto equilibrio tra i generi; in questo senso il regista Gore Verbinski riesce a tessere una mix di comicità, avventura e a tratti epicità condensato nello splendido scenario della Monument Valley. Tuttavia è doveroso riconoscere al regista la maestria nel intessere importanti citazioni nella matassa del film. Si passa dalle scene tipo ‘spaghetti western’ dallo stile di Sergio Leone e di Corbucci fino alle classiche di John Ford soprattutto negli scontri tra bianchi e indiani.
Epico il finale concitato e confusionario tipico dell’action movie. Sulle note del Guglielmo Tell di Rossini, il film da sfogo a un buon ritmo di ripresa e montaggio garantendo un coinvolgente impatto drammatico ed un ottimo grado di spettacolarità.
Ovviamente la domanda ricorrente, quando la camera si stacca dal primo piano di Johnny Depp, è dove sono il mare e i velieri. Infatti The Lone Ranger altro non è che un’abile operazione commerciale, una trasposizione in salsa western del mitico capitano Jack Sparrow, che ai rasta e al cappello da pirata ha sostituito piume di Apache e un corvo imbalsamato a mo’ di copricapo.