Legge di Stabilità: un lavoro per due?
di Francesco Galati
La questione è di quelle spinose, che quasi mettono in discussione la Sovranità di un Governo sullo stato che governa. Martedì a Roma arriverà il commissario agli affari economici europei Olli Rehn, il quale interverrà in un’audizione al parlamento per spiegare ai nostri politici quali saranno le fasi di cogestione delle questioni di politica economica, cogestione che dovrebbe coinvolgere tutti i paesi europei, ma ovviamente si comincerà da chi è più in difficoltà.
I nostri politici hanno spesso trattato con interesse relativo il discorso della cogestione, ma vista la situazione politica instabile e nello specifico il forte rischio della continuità del governo Letta, per l’affaire Berlusconi, lo spettro di una manovra scritta soltanto da Bruxelles incombe e Letta ha voluto rimarcare l’importanza di scrivere “in casa” tale legge, visto che siamo usciti dalla procedura d’infrazione per deficit giusto il mese scorso.
Ci troviamo in una situazione molto particolare, la previsione di rapporto debito/PIL per l’anno prossimo è circa del 132%, l’obiettivo del disavanzo è sempre fermo al 3%, e la fiducia in questo governo delle larghe intese non sembra sufficiente, e questo non solo entro il suolo italiano ma anche fuori, precisamente a Bruxelles, non piace molto la situazione tanto che sembrerebbero molto intenzionati a far valere il loro diritto di intervenire qualora ritengano insoddisfacenti le misure prese nella Legge di Stabilità.
La gestione della nostra politica economica sembra ormai non solo un fattore interno ma anzi (e forse per fortuna), una questione europea, la coesione nasce quindi dalla cogestione?
Un confronto diretto tra paesi può essere una via d’uscita, forse finalmente si è compreso che l’austerity non può essere una soluzione applicabile tout court?
Vedremo nei prossimi mesi l’evoluzione politica ed economica del nostro paese, e forse di tutti i paesi membri.
Sicuramente l’Italia ha bisogno di un aiuto, non è chiaro se la manovra di cogestione possa essere funzionale, appare però auspicabile la possibilità da parte di Bruxelles di dare dei consigli per la spending review a livello pubblico e di amministrazioni, senza dimenticare il già sovvenuto suggerimento di spostare la tassazione dalle persone alle cose, concetto economicamente impeccabile.
Staremo a vedere come il governo Letta risponderà a questa situazione, certamente critica, dove diplomazia e politichese, saranno davanti agli occhi di tutti in una partita a due tra l’Italia e l’Europa giocata tra Roma e Bruxelles.