“Accendi la tua luce”: il flash mob nato grazie a Facebook

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di Sabrina Ferri

In una realtà dove i giovani sembrano aver perso ogni speranza e dove l’alienazione si impone sempre più sull’aggregazione sociale, un piccolo bagliore si è acceso tra le strade di Roma per riportare più persone possibili a ritrovare la luce che si è spenta nel loro cuore. Così, nel segno della fede in Dio, il gruppo giovani della Comunità Gesù Risorto ha avuto la brillante idea di organizzare, lo scorso 19 Ottobre, il  flash mob Accendi la tua luce nella centralissima Piazza di Spagna, un evento volto soprattutto a pubblicizzare la serata La notte dei Santi che si terrà il prossimo 31 Ottobre presso il teatro Don Orione.

Grazie al passaparola su Facebook tanti ragazzi, muniti di torcia e maglietta rossa, si sono prima sparpagliati tra la folla mimetizzandosi e poi hanno improvvisato il flash mob gridando all’unisono “accendi la tua luce”, uno slogan scelto non a caso dagli stessi organizzatori. Dopo un’iniziale sorpresa, intensa è stata la partecipazione del pubblico involontario. Tanto l’entusiasmo e la voglia di sorridere.

Angelo Savarino, tra gli ideatori del flash mob, ci racconta com’è nato il progetto e che tipo di riscontro c’è stato.

Com’è nato il flash mob Accendi la tua luce? E con quale obiettivo?

Premetto che stiamo organizzando per il prossimo 31 Ottobre un evento musicale cristiano cattolico, chiamato la Notte dei Santi, che si svolgerà al Teatro Don Orione. Ci serviva uno slogan per rendere più accattivante l’evento e come slogan abbiamo trovato Accendi la tua luce. Ad un certo punto ci siamo chiesti: visto che abbiamo questo slogan perché non iniziamo a fare video stile “Italia 1”?. L’abbiamo proposto nella pagina ufficiale dell’evento e ci sono arrivati tantissimi video da parte di bambini, ragazzi, uno addirittura girato da una vecchietta, poco fa uno dagli Stati Uniti, un altro dalla Germania. Poi ci siamo detti: visto che i video stanno prendendo piede facciamo un flash mob con la tematica Accendi la tua luce. Accendi la luce che è poi la luce di Dio nei nostri cuori e abbiamo pensato a questa frase proprio perché a volte quando si parla di Dio in modo diretto non ti ascolta nessuno. Allora ho pensato proviamo a fare una cosa più indiretta con qualcosa che possa attirare maggiore attenzione. Da ciò è nato il flash mob a Piazza di Spagna.

Facebook ha avuto quindi un’importanza particolare nell’organizzazione e nella riuscita del flash mob?

Decisamente sì. Le persone che hanno partecipato è perché sono venute a conoscenza dell’evento tramite Facebook. Solitamente per organizzare un flash mob occorre un mese se non di più. Noi abbiamo organizzato tutto in due giorni e quelle persone che erano presenti hanno fatto esattamente ciò che era nell’intento del flash mob. Tutti si sono dimostrati molti entusiasti. Persino alcune persone che guardavano hanno poi partecipato pur non sapendo nulla del flash mob.

 C’è un motivo particolare per cui è stata scelta come location Piazza di Spagna?

Perchè vedendo e partecipando a tanti flash mob  logisticamente Piazza di Spagna era la piazza che il sabato sera poteva essere la più interessata, essendo molto conosciuta. Abbiamo scelto Piazza di Spagna perché si trattava di un posto conosciuto e c’era spazio per farlo.

Come pensi sia andata la serata?

E’ andata davvero molto bene. E’ venuta anche la Rai. In particolare c’erano due cameraman Rai con una giornalista del programma A sua immagine che sono stati molti entusiasti e ci hanno poi seguito anche nel backstage.

Oggi molti giovani hanno perduto la speranza. Come aiutarli a ritrovare la loro luce?

Questo flash mob è partito da una tematica molto semplice: accendi la tua luce. Anche questo, papa Francesco ce lo sta insegnando. Ho sentito io stesso un politico dire che in politica ci vorrebbe una persona come papa Francesco, una persona che in modo semplice facesse capire come vanno amministrati i soldi e come va amministrato il governo. Io penso che i ragazzi di oggi vivono una vera e propria mancanza delle cose semplici, di quello che è aggregazione e di come si deve costruire la propria vita. La propria vita si costruisce credendo in se stessi. E’ proprio questo che manca in questi ragazzi: la fiducia in se stessi. Purtroppo i social network hanno solo peggiorato la situazione; non permettono aggregazione e ci si illude che stando comodamente seduti a casa da soli si possa comunicare con tutto il mondo. Ma quello non è aggregazione. Aggregazione è parlare insieme, stare insieme, conoscersi, io ti parlo tu mi parli, il sapersi mettere in discussione. E’ questo che manca ai giovani. Essere inseriti all’interno di una società e credere in se stessi e nelle proprie potenzialità.

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