Shona Rhimes e il suo R&B: un ritmo che fa Scandal
di Beatrice De Caro Carella
Dopo la consueta prima TV su Sky, approda finalmente in chiaro, su Rai 3, l’ultima fatica televisiva firmata Shonda Rhimes, l’autrice/sceneggiatrice dei famosi medical show ABC: Grey’s Anatomy e Private Practice. Si chiama Scandal e corre già spedito verso la sua terza stagione, macinando ascolti apparentemente in salita libera.
Stavolta però si cambia registro, e dai testi d’anatomia passiamo a quelli di diritto. Protagonista della serie è infatti Olivia Pope, giovane avvocato già all’apice della carriera, che ritiratosi dal ruolo di direttore delle comunicazioni per la Casa Bianca apre un suo studio legale. Co-protagonista della serie, un team di associati che ha come unico motto essere come “gladiatori in giacca”: servire senza sosta la causa, ovvero occultare la colpevolezza del cliente o provarne oltre ogni ragionevole dubbio l’innocenza. Per inciso, “lo scandalo” risiede nel fatto che i clienti di Olivia non sono persone qualsiasi, bensì membri d’un élite politico-governativa i cui segreti devono rimanere tali, con ogni mezzo la legalità consenta. Nel frattempo, la nostra Olivia, apparentemente adamantina, ha un segreto che dal suo passato non sembra aver smesso di “tormentarla”. Allerta spoiler: è innamorata ed è stata l’amante dell’attuale Presidente degli Stati Uniti.
A prima vista, siamo di fronte a ibrido bizzarro, che ciononostante, stando al pilota, si tira la sua e scorre senza troppi intoppi. Le trame sono quelle del thriller politico, gli avvocati “in divisa” e sempre fuori dall’aula. Lo stile è quello del detective crime, ma il passo è ancora più accelerato e sincopato, laddove l’accumularsi delle prove e degli indizi a carico degli accusati è come un puzzle messo insieme da più mani e il cui quadro finale va ricostruito da sé. Poche imboccate e chiacchiere ancor meno. Il ritmo di dialogo è serrato, denso di informazioni, comprese le supplementari. Anzi, se volete stare al passo con le backstory dei personaggi, recuperare le trame a doppio filo che dal passato li legano al presente, carpirne i segreti prima ancora che vi siano rivelati, intuirne debolezze, incertezze, paure, frustrazioni e desideri vi conviene stare attenti, perché le le informazioni su Scandal volano veloci e si perdono fra le mille parole. Correda il tutto uno stile di regia interessante, mobile, fluida, giocata su inquadrature sporche e cambi di fuoco, mentre inedite musiche R&B ritmano il blend.
Su questo aspetto dovrebbe aprirsi un capitolo a parte. Che Shonda Rhimes avesse gusto, si sapeva: Grey’s Anatomy e Private Practice, d’altronde, sono stati musicalmente un successo, dalla scoperta degli Snow Patrols, a quella di The Fray. Ma tirar fuori dal cilindro il rhythm & blues delle Staple Singers, per battere il tempo del suo nuovo political drama, è stato un colpo da maestro. La scelta, per quanto bizzarra, è senza dubbio vincente e in qualche modo si sposa con quell’atmosfera un po’ vintage, un po’ funky che aleggia nell’aria, senza tuttavia scadere nel posticcio-retrò. Indipendentemente dai gusti, piaccia o no la linea narrativa di Scandal, è una scelta d’autore, che detta un mood insolito, ma affascinante.
Unica pecca (se così la si può chiamare): non è del tutto chiaro, detto in soldoni, dove si vada a parare, ma è abbastanza evidente che si tratta di un congegno ben oliato, e allora viene da chiedersi se in fondo abbia poi così importanza. Il blend funziona: tiene lo spettatore incollato alla sedia durante il singolo episodio, gli lancia qualche briciola di pane per farlo tornare, lo intrippa a ritmo di R&B e strizza l’occhio ai generi che più appassionano, con furbizia, qualche stereotipo, ma in assoluto equilibrio.
Impreziosiscono il cast, come sempre eccellente, Kerry Washington nei panni di Olivia (Della Bea Robinson in Ray, Brünhilda von Schaft in Django) e un paio di volti di ritorno che fanno sorridere: il cattivo di Ghost, Tony Goldwyn, Joshua Malina, volto amato dai seguaci di Sorkin, tra Sports Night e The West Wing, e Jeff Perry, veterano TV altrimenti conosciuto come il papà di Meredith Grey.