Tennis. Il bilancio del 2013: Nadal e Djokovic padroni della stagione. Tra le donne Serena Williams imbattibile
di Giovanni Fabbri
Per molti sport la fine dell’anno solare corrisponde al periodo dei bilanci. Nel tennis il Masters di Londra ha chiuso ufficialmente un’annata ricca di impegni e di grandi battaglie. Adesso si tornerà in campo nel nuovo anno, il primo grande appuntamento sarà come sempre a Melbourne dove si giocherà il primo Slam della stagione. Il 2013 comunque ha visto due giocatori imporsi su tutti gli altri, i loro nomi non rappresentano certo una novità, stiamo parlando di Rafael Nadal e Novak Djokovic.
Non si può non cominciare con lo spagnolo perché, viste le premesse con le quali è partita, la sua stagione può essere considerata un vero e proprio miracolo sportivo. Ad inizio febbraio, dopo circa sette mesi di assenza dai campi da gioco per i gravi problemi al ginocchio sinistro, il mancino di Manacor è tornato a disputare un torneo ufficiale. La rassegna di Vina del Mar (Atp 250) non rappresentava certo il tipo di palcoscenico a cui Nadal era abituato a giocare, ma per rientrare Rafa aveva bisogno di un torneo minore che si giocasse sulla sua superficie preferita, la terra battuta. I risultati sono subito confortanti, la finale persa contro l’argentino Zeballos si rivelerà la sua unica sconfitta da lì a circa due mesi e mezzo di distanza. Nadal vince infatti a San Paolo, Acapulco e addirittura ad Indian Wells, sul cemento americano, superficie nemica per le sue ginocchia. Il 21 aprile arriva la sconfitta contro Novak Djokovic in finale a Montecarlo. Una battuta d’arresto cancellata dalle vittorie a Barcellona, Madird, Roma e dall’ottavo trionfo in carriera al Roland Garros. L’ultimo grande successo della sua stagione è quello agli Us Open, dove in finale batte Novak Djokovic. Un cammino inarrestabile che gli permette di raggiungere la prima posizione mondiale. Una risalita del ranking che appare mostruosa se si considera che aveva cominciato l’anno alla posizione numero cinque, dietro a Djokovic, Murray, Federer e Ferrer. L’altro grandissimo protagonista non può che essere proprio Novak Djokovic, padrone assoluto dell’ultima parte di stagione. Con la conquista del suo quarto Australian Open il 2013 del serbo sembrava aver cominciato nel migliore dei modi, e il suo dominio mondiale non sembrava poter conoscere limiti. La rinascita di Nadal ha però rimesso tutto in discussione e ad ottobre il serbo è stato costretto a dire anche addio alla prima posizione del ranking. Il serbo però ha sempre reagito con vigore alle difficoltà, un copione che si verifica ancora una volta. Dal momento della sua caduta dal trono di numero uno Nole non perde più, batte due volte su due Nadal e si aggiundica i tornei di Pechino, Shangai, Parigi Bercy e il Masters di fine anno. È mancata solamente la ciliegina sulla torta della Coppa Davis, persa in finale contro la Repubblica Ceca, nonostante i suoi due successi in singolare. La delusione maschile del 2013 invece non può che essere Roger Federer. Se si comincia l’anno alla seconda posizione del ranking e lo si chiude al sesto posto vuol dire che i risultati ottenuti non sono stati certo strepitosi. Le delusioni dello svizzero lasciano increduli tutti gli appassionati di tennis perché se è vero che chiunque è a conoscenza del passare del tempo e dei suoi effetti sugli atleti al di sopra dei trent’anni, è anche vero che nessuno riesce a pensare al tennis come uno sport in cui Federer non sia tra i migliori, se non il migliore in assoluto.
In campo femminile invece la copertina va ancora una volta a Serena Williams. La statunitense non è solo la numero uno della classifica Wta, posizione riconquistata a Doha nel mese di febbraio, ma anche la detentrice di due slam (Roland Garros e Us Open) sui quattro stagionali. Il dato che impressiona maggiormente però è quello dei titoli vinti, addirittura 11. Successi che le consentono di stabilire il record di guadagni in un solo anno: circa 12 milioni di dollari. Nessuno nella storia di questo sport ha fatto meglio di lei, neppure in campo maschile. La sensazione è che Serena quando sta bene fisicamente non abbia avversarie in grado di metterla davvero in difficoltà. È sempre lei a decidere le sorti della tennista che affronta e della partita che gioca. Una menzione di merito va anche a Viktoria Azarenka, sicuramente la giocatrice più continua e competitiva dopo la Williams. La vittoria degli Australian Open e i successi di Doha e di Cincinnati, questi ultimi due arrivati proprio grazie a due vittorie su Serena, sono la testimonianza delle sue grandi qualità.
Piccola parentesi sul tennis italiano: le donne continuano ad essere il fiore all’occhiello della nostra nazione. La vittoria in Fed Cup di un paio di settimane fa conferma che le nostre atlete sono il miglior gruppo del mondo in questo momento. Molto positiva poi la stagione in singolare di Roberta Vinci che raggiunge la posizione numero 11 del ranking e ottiene le sue miglior performance nei quattro Slam, terzo turno agli Australian Open, quarto turno a Rolland Garros e Wimbledon e quarti di finale agli Us Open. Meno soddisfacenti invece rispetto a quelli dello scorso anno i risultati raggiunti da Sara Errani. In una stagione comuque postiva la tennista emiliana ha però fatto registrare un bel record, ovvero quello di essere la prima azzurra a vincere più di un match nel Masters di fine anno (l’unico successo di quest’anno contro la Jankovic si è aggiunto a quello della scorsa stagione contro Samatha Stosur). In ambito maschile strepitosa l’annata di Fabio Fognini, arrivato addirittura alla posizione numero sedici del ranking mondiale soprattutto grazie al mese di luglio, durante il quale Fabio vince il torneo di Stoccarda, quello di Amburgo e perde la terza finale consecutiva ad Umago contro Robredo.