Lottatore instancabile contro l’Apartheid: il mondo piange Nelson Mandela
di Azzurra Petrungaro
Aveva 95 anni Nelson Mandela. L’ex Presidente del Sudafrica si è spento il 5 dicembre nella sua casa di Johannesburg, dopo che a settembre era stato dimesso a causa di una nuova infezione polmonare, non aveva più abbandonato la sua abitazione. Jacob Zuma, attuale Presidente sudafricano ha annunciato al mondo la notizia attraverso un discorso televisivo: “Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre”. Zuma ha inoltre ordinato il lutto nazionale in tutto il Paese a partire da ieri fino al giorno in cui si celebreranno i funerali, previsti per il 15 dicembre a Qunu. In programma ci sarebbero infatti dieci giorni di celebrazioni, durante i quali il corpo dovrebbe essere esposto in una camera ardente a Pretoria per tre giorni, dopo di che ne avverrà il trasferimento a Qunu.
L’apartheid. Letteralmente nella lingua afrikans indica il concetto di “separazione” e si riferisce al sistema legislativo che prevedeva la segregazione razziale, in vigore in Sudafrica dal 1954 al 1993. La netta divisione in base al gruppo etnico tra la popolazione, prevedeva normative rigorose, restrittive e umilianti: erano proibiti i matrimoni interrazziali, era istituzionalizzata la discriminazione razziale sul posto di lavoro e per chi non apparteneva all’etnia bianca più difficoltoso accedere all’istruzione, erano previste strutture pubbliche differenti, era vietato il passaggio in specifiche aree urbane e vennero istituiti dei veri e propri ghetti: i bantustan, controllati dal governo.
Nelson Mandela. È stato il leader della lotta contro l’apartheid, attività che gli è costata più di un ventennio di prigionia, dal 1962 al 1990, durante la lunga detenzione Mandela diviene il volto e il simbolo di tutti i movimenti anti-apartheid. Ormai libero, si candida alle elezioni presidenziali del 1994 e conquista la carica di Presidente battendo De Clerk e traghetta il suo Paese dal regime dell’apartheid alla democrazia. Abbandona la carica presidenziale nel 1999 quando decide di ritirarsi a vita privata, mantiene comunque il suo fermo impegno nella difesa e nel sostegno dei diritti umani, sociali e civili.
Il cordoglio del mondo. “Nelson Mandela è vissuto per un ideale e l’ha reso reale. È uno dei personaggi più coraggiosi della nostra era. Appartiene al tempo, alla storia”. Queste le parole di commemorazione di Obama, Raul Castro lo ha ricordato come “il caro compagno” mentre la Cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha definito come “nome per sempre associato alla lotta contro l’oppressione del suo popolo”. Ma non solo i potenti del pianeta hanno espresso la loro commozione per la morte di Mandela, le strade di Johannesburg sono state invase dalla folla che vuole rendergli omaggio e messaggi di solidarietà e vicinanza alla sua famiglia sono stati inviati da tutto il mondo, come immensa è stata la partecipazione popolare nel ricordarlo attraverso i social network. La figura di Mandela è stata ricordata anche dal suo partito, l’Africa National Congress (Anc) che lo ha descritto come “un colosso, un esempio di civiltà, uguaglianza, pace, giustizia e speranza per milioni”, parole condivise da quanti in questi giorni ne commemorano la scomparsa.