L’Aquila ferita riparte dalla ricerca
di Emiliana De Santis
Prima dello scandalo, prima del terremoto, prima della cattiva politica c’era l’Aquila. Un centro storico, città della conoscenza, sede di una prestigiosa università e animata da studenti e attività commerciali. Ora, ferita da chi avrebbe dovuto aiutarla, corrosa al suo interno ma pur sempre forte e gentile, l’Aquila prova a spiccare di nuovo il volo, a riempire di sapere i mattoni troppo vuoti delle false promesse e quelli troppo pieni delle beffarde speculazioni.
Lo scorso novembre è stato inaugurato il primo anno accademico del Gran Sasso Science Institute (GSSI) alla presenza del Premio Nobel Carlo Rubbia, che è anche uno dei docenti del GSSI e che ha tenuto la lectio magistralis “La scienza nel XXI° secolo”. Oltre al senatore sono intervenuti Flavio Zanonato, Ministro dello Sviluppo Economico, Fabrizio Barca, ex Ministro della Coesione Territoriale, Fernando Ferroni, Presidente dell’INFN, Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo, Paola Inverardi, Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila e Guido Martinelli, Direttore della SISSA. A novembre c’era anche Massimo Cialente, l’ormai ex Sindaco dell’Aquila, non ancora investito dalla bufera morale prima ancora che giudiziaria, che sta pian piano abbattendo la sua giunta.
“Chi vorrà mai lavorare o studiare a l’Aquila dopo quello che è successo?” Era quello che si chiedeva Eugenio Coccia, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, all’indomani del terremoto del 2009. Per rispondere a questa domanda, egli stesso ha ideato il GSSI, pensato prima di tutto per dare un segnale forte alla cittadinanza e all’Italia tutta e ripartire proprio da dove le scosse avevano messo la parola fine, da quei 55 studenti morti senza un perché. L’Istituto è pensato per essere un polo di attrazione per gli studenti italiani e internazionali, contribuendo a rendere la città dell’Aquila un marchio riconosciuto a livello internazionale per la formazione. Forte del legame con i Laboratori del Gran Sasso e con l’Università, Il GSSI è sostenuto dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, dall’Unione Europea e dal Governo, e riceverà fondi sicuri almeno fino al 2016, anno a partire dal quale la ricerca e le strutture saranno valutate per stabilire l’ammontare dei successivi finanziamenti . Al momento è inquadrato nella struttura organizzativa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare come Centro Nazionale di studi avanzati. Il titolo di Dottore di Ricerca è rilasciato congiuntamente con la Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste per la fisica e la matematica, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per le scienze sociali e l’Institute for Advanced Studiesdi Lucca per l’informatica.
Il Gran Sasso Institute è infatti una scuola internazionale di dottorato e un centro di ricerca e formazione superiore. I corsi iniziati quest’anno si articolano nelle aree scientifiche di fisica, matematica e informatica, scienze sociali (gestione dell’innovazione e dello sviluppo territoriale) ma il proposito è quello di attivare quanto prima corsi supplementari per gli studenti iscritti all’Università dell’Aquila, progetti di ricerca che coinvolgano docenti, ricercatori e studenti del GSSI e professionisti del mondo produttivo, corsi di formazione rivolti al personale della pubblica amministrazione e favorire lo sviluppo del territorio tramite il collegamento tra mondo accademico e mondo produttivo. I ricercatori e le loro famiglie creeranno inoltre valore economico e sociale, lavorando in imprese esistenti o creandone di nuove.
Un pensiero dalla lectio magistralis del Prof. Rubbia: “Il desiderio di ricercare, cioè di conoscere, è lʼespressione concreta di uno degli istinti più profondi dellʼessere umano, che ci caratterizza in quanto tali: la curiosità. È la curiosità che ha guidato tutto il processo di evoluzione, che ha portato lʼuomo a uscire dalle caverne e a conquistare la Luna. Il bambino è lʼespressione più immediata di questa curiosità. Un giocattolo è per lui interessante appunto perché solletica la sua curiosità, a volte al punto di indurlo a romperlo per comprendere come funzioni. Comprendere come esso è fatto è spesso più importante della possibilità di giocarci.” Smettiamo quindi di giocare con le bugie e cerchiamo di comprendere la verità.