Tsipras e la campagna low cost: poca Europa e caccia ai voti degli scontenti Pd
di Fabio Grandinetti
Sette volte Renzi e Berlusconi, quattro Monti, Letta e Alfano. Il povero Alexis Tsipras, protagonista mancato dello spot elettorale, citato in sole due occasioni, tanto quanto Bersani. La campagna elettorale per le prossime elezioni europee di maggio deve ancora entrare nel vivo e, più che su tematiche estere, per i partiti tradizionali la partita si giocherà sul piano interno. Ma la lista L’Altra Europa con Tsipras, la vera novità della prossima contesa elettorale, ha bisogno di portarsi avanti col lavoro.
Tra talk politici, conferenze ed endorsement autorevoli, all’elettorato più attento non sarà sfuggito il web spot – tra gli strumenti più efficaci in campagne elettorali low cost – dell’elettore del Pd in terapia realizzato dalla lista Tsipras. Dalle dimissioni di Berlusconi, passando per il governo Monti, la non vittoria di Bersani, le larghe intese, Letta e Renzi. Il fiscal compact, gli F35, l’Italicum e le liste bloccate, le riforme mancate, lo ius soli e le unioni civili. Dalla rimozione fino all’accettazione, il paziente ripercorre l’epopea democratica dal 2011 fino ad oggi, distorcendo la realtà, proiettando desideri inconsci, giungendo fino al delirio e scaraventando a terra la bandiera del Pd.
Ora, premettendo che quanto contenuto nel video corrisponde al vero e che, seppur da una visione di parte, le nevrosi dell’elettorato democratico per le alleanze impossibili, la filosofia dell’austerity e l’immobilismo governativo degli anni della mancata svolta del Pd vengono riproposte in maniera ironica ed efficace in soli quattro minuti, sorgono spontanee alcune domande.
Siamo sicuri che per far conoscere una lista, un progetto e un leader straniero – di conseguenza poco noto ai più – sia opportuno puntare sui controsensi del Pd – quelli sì noti ai più – senza avanzare proposte per una nuova visione della politica europea? In quanti tra coloro che hanno deciso di votare il leader greco di Syriza sono a conoscenza del programma proposto per l’elezione a Presidente della Commissione Europea?
In estrema sintesi, la lista propone la fine immediata dell’austerità, un piano di ricostruzione economica (una sorta di New Deal), la sospensione del patto di bilancio europeo (il fiscal compact), una conferenza europea sul debito, una vera banca europea e una legislazione per la tassazione delle rendite finanziarie. Tutti punti parzialmente o totalmente condivisibili, per quanto vaghi, eppure la strategia di comunicazione ha individuato come nemico il Pd e il “bipolarismo tradito” più che la trojka di Bruxelles. Il target non è l’elettore deluso dall’Unione Europea ma l’elettore deluso dal Pd.
Una scelta facile, a colpo sicuro, non certo coraggiosa. Lo spot rientra nella categoria del negative campaigning, la strategia di comunicazione che ritrae implicitamente o esplicitamente l’avversario in una posizione di inferiorità, largamente diffusa negli Stati Uniti. Obama ne fece un uso massiccio nel 2008 contro McCain e nel 2012 a discapito di Romney.
In Italia, però, gli attacchi personali funzionano un po’ meno – d’altra parte a chi interesserebbe uno spot contro Schulz – e allora meglio sparare sulla Croce Rossa. Il risultato è uno spot impersonale, se non per gli ultimi dieci secondi e per la frase «se sei di sinistra e vuoi smettere di soffrire vota L’Altra Europa con Tsipras». Tanto che il deputato grillino Carlo Sibilia ha pensato bene di scipparlo modificando solo l’appello finale: «se la sinistra italiana ti fa così schifo che devi votare la sinistra di un altro Paese, piuttosto vota per il M5S». Tralasciando la bassezza del gesto che ha fatto giustamente infuriare i militanti di Tsipras, lo spot rimane un esempio di campagna elettorale “negativa”, incentrata sugli errori altrui più che sulle proprie idee.
Per il paziente del Pd – potrebbe esisterne qualcuno nella vita reale – suggeriamo una medicina efficace. Si chiama Matteo Renzi, uno che spazza via contraddizioni, tentennamenti e proiezioni di desideri inconsci. O si è con il Pd di Renzi o si è contro il Pd di Renzi. O lo si ama o lo si odia, o si è con lui o contro di lui, un po’ come Lui.