Premier League. Manchester City campione, rimpianto Liverpool
di Francesco Proietti
Le feste a sorpresa si sà, sono quelle che riescono meglio. Se nelle ultime due settimane i preparativi sembravano prendere la strada di Liverpool, dalle parti di Manchester hanno fatto appena in tempo a riorganizzare la cerimonia per i campioni di Inghilterra. Manchester City campione, cronaca di una stagione strana, una stagione da cardiopalma, intensa, incerta, meravigliosa e spettacolare, che alla fine ha visto rimanere il trofeo della Premier League ancora a Manchester, sponda Citizens.
Un passaggio di consegne di pochi chilometri tra i campioni uscenti dello United e il City, deciso soltanto all’ultima giornata. Ancora una volta il Manchester City si è presentato al rush finale con il vantaggio della differenza reti, come sempre mostruosa a favore degli uomini di Pellegrini, sul Liverpool e Chelsea, ridotte a sperare più sull’aritmetica che sulla logica. Dalle parti di Stamford Bridge le ultime prestazioni casalinghe hanno portato gli uomini di Mourinho a mollare la lotta al titolo, considerando anche il peso che hanno avuto le semifinali di Champions League, regalando punti a squadre in lotta per la salvezza come Sunderland e Norwich City. Dalle parti di Anfield invece, il dramma si fa più intenso. Dopo ventiquattro anni di attesa, sembrava finalmente arrivato il momento per capitan Steven Gerrard e compagni di riportare il trofeo a casa, lo scenario era perfetto, l’impresa unica dopo un inizio di 2014 favoloso coronato da una serie incessante di vittorie che avevano portato i Reds in testa alla classifica e artefici del proprio destino, proprio nello scontro diretto vinto in casa contro il Manchester City.
Qualcosa però si è rotto proprio sul più bello, proprio sulla scivolata di Gerrard, sull’errore del capitano. Come per Terry a Mosca in quella finale di Champions League epica, fatale è stato il terreno, lo scarpino, la cordinazione, quel tanto che basta per passare dalla gloria a alla storia di chi invece c’è andato vicino ma solo per poco. Ecco così che la sconfitta casalinga degli uomini di Rodgers contro il Chelsea ha frenato il sogno proprio sul più bello. Liverpool ridimensionato e sotto shock talmente tanto da regalare la giornata successiva il tragico finale perfetto. In vantaggio di tre reti a zero in casa del Crystal Palace, subisce la sua personale Istanbul nella mezz’ora finale, buttando il vantaggio e raccogliendo soltanto un punto. Un punto dal sapore amaro, dalle lacrime sul campo e dalla consapevolezza di aver mollato proprio sul più bello.
Al Manchester City va il premio della resistenza, per un campionato bellissimo ma massacrante. I Citizens restano sono gli unici rimasti in piedi fino all’ultimo, vedendo crollare le altre una dopo l’altra. Per primi erano stati i cugini campioni in carica del Manchester United, fuori quasi subito dalla lotta, seguiti poi dal Tottenham e dall’Arsenal, in corsa fino a qualche settimana dal momento clou e primi a dover rimpiangere una stagione che poteva concludersi molto meglio, vista la vetta mantenuta per quasi tutto l’inizio di stagione. Chelsea e Liverpool hanno resistito fino all’ultimo, cadendo proprio nel finale e regalando il titolo alla squadra più costante. Il Manchester City ha così festeggiato, con la vittoria per due a zero sul West Ham, nessuna sfida da infarto come con il Queens Park Rangers, il suo quarto titolo della storia, il secondo in tre anni, mantenendo così il trofeo nel nord d’Inghilterra per il quarto anno consecutivo.