Economia. Le esportazioni dell’Italia calano del 4,3%, in crescita le importazioni
di Giovanni Fabbri
Calano le esportazioni italiane verso i paesi extraeuropei, una notizia non entusiasmante per l’economia del belpaese già in grande difficoltà. I dati relativi al mese di giugno, diffusi dall’Istat, parlano di un calo del 4,3% rispetto al mese precedente. Ad incidere particolarmente è la forte riduzione dell’export di beni strumentali, -10,8%. L’unico indicatore positivo è invece quello proveniente dalla vedita dei prodotti intermedi (+2,4%).
Un dato, quello svelato dall’Istituto nazionale di Statistica, che potrebbe far pensare ad un ulteriore passo indietro verso la ripresa economica soprattutto dopo l’ottimo risultato che le esportazioni avevano fatto registrare nel mese di maggio (+5,4%). E’ infatti vero che l’export è per eccellenza uno dei settori trainanti della nostra economia e che la possibile ripresa dovrebbe passare anche e soprattutto da qui, ma il calo dell’ultimo mese può essere spiegato anche dal fatto che non era semplice migliorare ulteriormente il risultato di maggio, senza considerare gli avvenimenti di politica estera. La crisi tra Russia e Ucraina ha portato ad una diminuzione del 18,6% degli acquisti della nazione sovietica, storicamente uno dei nostri principali partner. Contrazioni di rilievo anche dai paesi dell’America centro-meridionale (17,8%), dal Giappone (17%) e dalla Turchia (15,4%). I mercati più dinamici sono stati invece quello dei Paesi Asean, incremento del 25,4%, e quello statunitense (+15,6%).
Nonostante il dato negativo del mese di giugno, il valore delle importazioni nel secondo trimestre dell’anno rimane di segno positivo e fa registrare un +0,3%. Anche la bilancia commerciale con i paesi che non fanno parte dell’Unione Europea fa registrare un surplus di 2,2 miliardi di euro. Nel primo semestre del 2014 l’avanzo commerciale con i paesi extra Ue è di 9,4 miliardi a fronte dei 7,4 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Crescono anche le importazioni in tutti principali settori ad eccezione dell’energia (-5,7%). Al netto del mercato energetico, la crescita congiunturale delle importazioni è comunque positiva del 6,1%.
Fondamentale rimane comunque cominciare a correre di nuovo anche nelle esportazioni. Solo in questo modo sarà possibile agguantare finalmente la tanto attesa ripresa economica.