MotoGP. Australia: immenso Rossi. Lorenzo secondo, Honda ko
Se è vero che nella botte vecchia c’è il vino buono, allora in quella di Valentino Rossi c’è un nettare d’annata, pregiato, gustoso, adatto alle occasioni più speciali. A 35 anni e spiccioli, Rossi è ancora protagonista del motomondiale, la vittoria a Philip Island nel gran premio d’Australia è la testimonianza di quanto il pilota pesarese della Yamaha sia a tutt’oggi un atleta straordinario.
Marc Marquez ha stravinto il mondiale, e lo sappiamo, ma Valentino Rossi in Australia ha dimostrato non solo di essere il miglior candidato alla piazza d’onore della classifica, ma anche di quanto il numero 46 abbia fame e desiderio di lottare coi primi fin quando madre natura gliene darà la forza. Rossi ha vinto di prepotenza, coniugando cattiveria, talento, volontà e quel pizzico di fortuna necessario per ottenere i successi. Già, perchè la caduta di Marquez mentre veleggiava e volava verso la vittoria dopo aver conquistato anche la dodicesima pole position stagionale, ha spianato la strada a Valentino per acciuffare la seconda vittoria stagionale, la numero 108 della carriera e nel giorno del suo gran premio numero 250. Numeri incisi come arabeschi sul muro della storia di questo sport, perché Rossi dimostra oggi, a oltre 35 anni e con 9 titoli mondiali in bacheca, che vincere non è un fatto di età, ma di testa.
La gara australiana, terz’ultima tappa del campionato 2014, ha regalato a Rossi un successo voluto che lo avvicina al secondo posto della classifica dietro Marquez, ma ha regalato anche alla Yamaha una doppietta che sta lì ad avvisare la Honda che per il 2015 la lotta potrebbe essere meno impari di quanto lo sia stata in questa stagione. Perché Lorenzo arriva secondo, a conferma di attraversare un momento di forma invidiabile, e si arrende solo all’arrembante Valentino che lo mette dietro con un sorpasso capolavoro. Lorenzo approfitta anche della caduta di Crutchlow, abile a star dietro a Marquez per tutta la gara, ma capace anche di rovinare tutto all’ultimo giro con un volo inaspettato ed inopinato che mette ko lui e la sua Ducati, per una giornata nerissima a Borgo Panigale a causa dell’incidente che toglie di mezzo pure Iannone e compromette la gara di Pedrosa, toccato e finito fuori proprio dal pilota abruzzese. Soltanto Andrea Dovizioso, quarto all’arrivo, regala un sorriso alla rossa del motociclismo. Chi ha invece molto da ridere è Bradley Smith, terzo ed al primo podio della carriera nella classe regina; anche lui graziato dall’errore di Crutchlow, vero, ma dopo tanta gavetta, ecco la prima vera gioia per il pilota inglese. La Honda HRC, già campione del mondo piloti e costruttori, se ne torna a casa con le pive nel sacco, battuta dalla Yamaha che porta 3 moto sul podio, e forse non in grado di regalare a Pedrosa il secondo posto nella classifica. Poco male. Lo stesso Marquez, stesosi per la terza volta in stagione, alla fine ha di che rallegrarsi grazie al secondo posto del fratello Alex in Moto3, battuto sì dal suo primo inseguitore Jack Miller, ma avanti ancora di 20 punti sull’australiano; un vantaggio più che discreto a soli due appuntamenti dalla fine del campionato.
Neanche il tempo di festeggiare Valentino Rossi, che il motomondiale torna a correre: già domenica prossima, infatti, le moto torneranno a rombare in Malesia in quello che sarà il penultimo atto della stagione 2014, col secondo posto in classifica da assegnare in MotoGP e le possibili feste iridate di Alex Marquez in Moto3 e di Esteve Rabat in Moto2, per una Spagna che nel motomondiale la fa da padrone.