Amarcord: salvezza con 9 punti di penalizzazione, il capolavoro del Cosenza 94-95

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In serie B ci era già riuscita la Lazio nel 1987: salvarsi con 9 punti di penalizzazione, peraltro con la vittoria che ne valeva ancora 2. Il Cosenza targato Alberto Zaccheroni nella stagione 1994-1995, la prima che assegnava 3 punti ad ogni successo, imitò la Lazio di Eugenio Fascetti acciuffando la permanenza nel torneo cadetto nonostante 9 pesantissimi punti da recuperare, inflitti oltretutto a metà torneo.

L’estate del 1994 fu caldissima per il calcio italiano e le iscrizioni ai campionati: molte società di serie C, soprattutto al sud, rinunciarono all’iscrizione, sommerse da debiti e situazioni finanziarie disastrate; in serie B, invece, 19 squadre su 20 ottennero nei termini previsti il pass per disputare regolarmente la stagione 94-95. L’unico punto interrogativo riguardava il Cosenza, la cui iscrizione fu messa in dubbio dalla Co.vi.soc a causa di una serie di ricevute Irpef considerate false e non presentate in tempo dalla società calabrese. Modena e Ravenna, retrocesse al termine del campionato di serie B 1993-1994, spedirono i loro avvocati in tribunale con montagne di scartoffie sottobraccio per dimostrare le irregolarità perpetrate dal Cosenza ed agguantare la riammissione in serie B. La decisione tardò ad arrivare, tanto che all’uscita dei calendari, il nome del Cosenza fu sostituito da una X. Il primo agosto 1994, termine ultimissimo per presentare la documentazione di iscrizione al campionato, la Lega calcio annunciò l’ammissione del Cosenza alla serie B suscitando l’ira di Modena e Ravenna che si rassegnarono a disputare la C1, ma non a chiedere giustizia, a tal punto che la causa contro l’iscrizione del Cosenza in B restò aperta. Come spesso accade in Italia, però, l’inizio della stagione calcistica fece dimenticare ogni polemica estiva, la serie B partì più o meno regolarmente ed il Cosenza si assestò a metà classifica, guidato in panchina da Alberto Zaccheroni ed in campo dal portierone Zunico e dalle punte Luigi Marulla, che è a tutt’oggi il miglior marcatore nella storia del club silano, e Marco Negri, ispiratissimo in quella che sarà la stagione della sua definitiva esplosione che lo porterà in serie A due stagioni più tardi. Tutto procedeva rispettando la tabella di marcia a Cosenza, ovvero un campionato tranquillo con possibile vista sulla parte sinistra della classifica, quando ecco che all’inizio di gennaio arriva la doccia fredda, gelata per la società calabrese: la commissione disciplinare della lega calcio, infatti, dà ragione al ricorso di Modena e Ravenna, contesta l’autenticità delle fatture del Cosenza, nonchè la loro presentazione, avvenuta due giorni dopo la data indicata dal presidente.

La stangata per il Cosenza è terrificante: 9 punti di penalizzazione da scontare nel campionato in corso, ovvero retrocessione dal tredicesimo al penultimo posto, i 21 punti sin lì conquistati da Marulla e compagni, diventano 12, peggio dei silani c’è solo il Lecce, fanalino di coda con 10 miseri punti e destinato alla retrocessione dall’inizio del campionato. Gianni Di Marzio, ex tecnico del Cosenza negli anni ’80 ed ora direttore generale del club, insorge e si fa portavoce di una città intera: “Da luglio ad oggi la società è cambiata, i dirigenti sono nuovi, non è giusto che chi è ora a Cosenza paghi errori di altri”. Parole accorate che però non impietosiscono nessuno ai vertici del calcio italiano, il Cosenza resta penalizzato ed a forte rischio retrocessione, oltre alla possibilità che allenatore e giocatori cadano in depressione senza riuscire a trovare il bandolo della matassa. La città è sgomenta, si profila il ritorno in serie C dopo 7 stagioni consecutive in B. Ma qui entra in scena Zaccheroni che in un tratto si trasforma da allenatore a psicologo e pungola nell’orgoglio i suoi calciatori; alla vigilia della sfida contro il Pescara, la prima post penalizzazione, il tecnico romagnolo raduna la squadra e dice semplicemente: “Ci hanno tolto 9 punti che abbiamo onestamente guadagnato sul campo, andiamoceli a riprendere”. L’8 gennaio del 1995 allo stadio San Vito va in scena Cosenza-Pescara: il pubblico di fede rossoblu incita la squadra che dopo neanche cinque minuti va in vantaggio col solito Marco Negri e poi ha varie opportunità di raddoppiare. La gara scorre, il Pescara attacca ma non incide, la difesa cosentina resiste, ma ad un minuto dal 90′ cede al pari abruzzese firmato dall’esperto centrocampista Ferazzoli. Una beffa per il Cosenza che già pregustava i primi tre punti riconquistati, nonchè una grande iniezione di fiducia per il futuro. Zaccheroni è deluso, ma predica calma, il campionato è ancora lungo e le possibilità di uscire dagli ultimi quattro posti della classifica ci sono. La domenica successiva il Cosenza perde di misura a Bergamo contro l’Atalanta, una sconfitta messa in preventivo a prescindere dalla penalizzazione poichè al cospetto di una delle favorite alla vittoria finale del campionato e che infatti a giugno festeggerà il ritorno in serie A.

La svolta per il Cosenza arriva subito dopo: vittoria nell’ultimo turno d’andata contro l’Acireale (successo che risulterà decisivo a fine stagione), vittoria sette giorni più tardi in trasferta a Venezia. L’autostima cresce, le rivali viaggiano a ritmi ridottissimi aiutando la rimonta della squadra cosentina che sulle ali dell’entusiasmo delle due vittorie consecutive, ferma in casa addirittura la capolista Piacenza che sta dominando il campionato. Fra il 26 febbraio ed il 26 marzo il Cosenza ottiene 5 vittorie di fila che stabilizzano definitivamente il ritorno dei calabresi nella lotta per la salvezza: prima cade la Lucchese (diretta concorrente in classifica) al San Vito in una gara rocambolesca: il Cosenza è in vantaggio per 2-1, ma all’89’ i toscani agguantano il pareggio su calcio di rigore; qui esce il carattere e la determinazione degli uomini di Zaccheroni che mettono la palla al centro e trovano subito il 3-2 con un gol, manco a dirlo, di Negri. Altro giro, altra vittoria: dopo la Lucchese, infatti, il Cosenza si ripete pure a Verona e batte l’Hellas 3-1; non si fermano più i rossoblu che fanno fuori in successione anche Lecce e Como in casa (vittorie fondamentali poichè affossano ed inchiodano pugliesi e lombardi in fondo alla classifica) prima di espugnare Cesena, campo difficilissimo contro una squadra in lizza per la promozione. Le due sconfitte consecutive contro Ancona e Palermo non ridimensionano il Cosenza, ormai equilibrato in campo e nella mente.

Il 28 maggio del 1995, il Cosenza festeggia l’aritmetica salvezza pareggiando 1-1 contro l’Atalanta grazie al gol numero 19 di Negri che chiuderà il campionato al terzo posto nella classifica dei marcatori. L’ultima gara ad Acireale, considerata a gennaio come un autentico  e drammatico spareggio, si rivela così decisiva solo per i siciliani, mentre il Cosenza scende in campo sicuro della salvezza, tanto che la partita è un monologo dell’Acireale che vince pur retrocedendo. L’impresa del Cosenza è da applausi, nonostante le macchie sulla gestione societaria precedente, la squadra, estranea ovviamente a conti e bilanci fasulli o meno, ha dimostrato carattere, ha vuto forza, ha reagito ad un destino beffardo. Senza i 9 punti di penalizzazione, gli uomini di Zaccheroni avrebbero chiuso la stagione a metà classifica, davanti anche a squadre come Verona, Cesena e Pescara.

La rimonta del Cosenza non passa inosservata nell’estate del 1995: l’Udinese, tornata in serie A e con discrete ambizioni europee, affida la sua panchina proprio ad Alberto Zaccheroni che a Udine scriverà pagine storiche conducendo la società friulana in Europa per la prima volta e regalandole addirittura il terzo posto nella stagione 97-98 prima di vincere lo scudetto alla guida del Milan. Marco Negri si guadagna il posto di centravanti titolare del Perugia che punta dritto alla serie A; Negri ripagherà la fiducia degli umbri segnando 18 reti che riporteranno il grifone in A, e ripetendosi anche in massima serie con 15 gol.

Ad oggi, la stagione 94-95 resta una delle più entusiasmanti della storia del club silano, precipitato poi negli inferni di serie C e D a seguito di gestioni societarie disastrose. La società attuale è più solida, il Cosenza è nella serie C unica e punta a conservare la categoria, sperando un domani nel ritorno in serie B, categoria che manca in Sila dal 2003 e che ai tifosi rossoblu ricorda quel 1995, quando nella calza della Befana arrivò il fardello di 9 punti tolti (altro che carbone) e assieme alle ciabatte da mare, invece, la città festeggiò una salvezza tanto insperata quanto voluta e meritata.

 

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