Basket. Roma sbanca Capo d’Orlando: 70-73 in un convulso finale
Un considerevole passo indietro dal punto di vista del gioco, un importante passo avanti in classifica. Capo d’Orlando-Roma non passerà alla storia come una delle sfide meglio giocate in questo campionato: specie nel secondo tempo, gli errori ne hanno fatta da padrona, con una marea di ingenuità da una parte e dall’altra. Roma ha avuto il merito di sbagliare di meno della squadra siciliana nel momento cruciale della gara, ma dagli uomini di Dalmonte è lecito aspettarsi molto di più, in particolare nella circolazione di palla in fase offensiva, spesso tendente a black-out.
Piovono triple. La Virtus parte in quarta come aveva fatto nelle precedenti due trasferte (Charleroi e Venezia), con la mano particolarmente calda dall’arco dei 6,75: Jones e Triche combinano un perfetto 5/5 da tre, che permette ai giallorossi di distanziare immediatamente i padroni di casa di 8 punti (13-21). Con l’assenza di Flynn, alle prese con una lesione al bicipite femorale destro, e di Austin Freeman (problemi legati al passaporto), l’Orlandina è trascinata da Dario Hunt, che trova vita facile al cospetto della front-line romana non proprio insuperabile (7 punti nel solo primo quarto).
Virtustroubles. Per la Virtus i problemi sotto canestro si amplificano con Morgan che spende, in rapida successione il secondo e terzo fallo. In più Roma va presto in bonus (concessi ben 16 liberi a Capo d’Orlando nel solo secondo quarto) e in attacco abusa, come spesso le capita, del tiro da tre punti (1/10 nel 2q, 18 triple totali all’intervallo lungo). La squadra di Griccioli recupera in men che non si dica lo svantaggio di 8 punti e alla sirena trova anche il canestro del pareggio con una “tabellata” non dichiarata di Burgess.
Caos finale. Nel terzo quarto Roma ricade in quello che è forse il suo peggior difetto (insieme con l’abuso di triple) di questo inizio stagione: evaporare in pochi secondi il vantaggio costruito faticosamente minuto dopo minuto. 6 punti veloci di De Zeeuw portano Roma sul +11 (46-57), ma un antisportivo piuttosto “creativo” fischiato a Bobby Jones cambia di botto l’inerzia della sfida. A cavallo tra terzo e ultimo quarto, Capo d’Orlando concretizza un parziale di 15-4, con il primo sorpasso firmato da Burgess in contropiede (62-61). La Virtus, letteralmente immobile in attacco, rischia di capitolare definitivamente quando vengono assegnati quattro liberi ai padroni di casa (fallo su tiro da tre punti di Jones su Archie più tecnico allo stesso Jones, che esce per 5 falli), ma Archie e Soragna graziano i ragazzi di Dalmonte con un modesto ¼ dalla lunetta. Nella volata finale i protagonisti principali sono Matteo Soragna e Kyle Gibson: il primo piazza la tripla del sorpasso a un minuto dalla fine, ma poi rende tutto vano con un fallo ingenuo su Triche e un altro tentativo dalla distanza che non accarezza neanche il ferro; l’ex-Pistoia, invece, impalpabile fino a quel momento, risulta decisivo con un grande penetrazione conclusa con la mano sinistra, l’assist del 68-70 per la reverse diDe Zeeuw e i due tiri liberi del +4. Dopo la magia di Basile (solo da due, sfortunato nel pestare la linea dell’arco) e l’1/2 ai liberi di Stipcevic, Archie ha la chance di portare la gara all’overtime ma il suo tentativo dagli otto metri colpisce il secondo ferro (70-73). Si potrebbe dire “una vittoria da grande squadra”, espressione utilizzata per sottolineare una W nonostante una partita giocata male. Per ora il bel gioco può aspettare.
La Statistica: per Roma 6/8 da tre nel primo quarto, 3/17 nei successivi trenta minuti.
Prossimi Appuntamenti: mercoledì alle 18 in casa contro Siviglia, in Eurocup; domenica prossima allee 20.30 in casa contro Sassari, in campionato.
(di Emanuele Granelli)